
gianni amelio
Arezzo, 8 giugno 2025 – Dopo i grandi nomi di YouTopic Fest 2025, uno sguardo al futuro: l'edizione 2026 sarà dedicata al tema “Inquietudine – come custodire la scintilla dell'umano?”
Dopo tre giorni intensi di incontri, riflessioni e visioni condivise, si è conclusa oggi la nona edizione di YouTopic Fest, il festival internazionale promosso da Rondine Cittadella della Pace. Un evento che ha proposto più di 40 appuntamenti e 70 relatori tra panel, workshop, performance artistiche e momenti di dialogo intergenerazionale, riunendo giovani da tutto il mondo insieme a esperti, artisti, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini animati da una forte volontà: affrontare il conflitto come opportunità di trasformazione.
Rondine Cittadella della Pace, 8 giugno 2025 –
"Spero che attraverso di voi il virus buono si sparga nel mondo a macchia d'olio. Qui si scopre che gli uomini non sono nemici tra loro, ma qualcuno vuole armarli l'uno contro l'altro. Questo film è una metafora dell'essere nemici anche in tempi di pace: l'uomo che insegue il potere ha messo in conto il sacrificio di altri uomini."
Con queste parole ieri sera, alle 21.00, Gianni Amelio regista e produttore ha commentato “Campo di Battaglia”, il suo ultimo film. Un'opera intensa, che interroga le coscienze e si confronta senza sconti con i conflitti della nostra epoca, nel segno di una narrazione che cerca l'umano anche laddove tutto sembra perduto. Il Teatro Tenda si è riempito per accogliere con emozione la pellicola.
In quest'ultimo giorno di Festival, invece, nel corso della mattinata si è tenuta una conversazione intensa e partecipata all'“Angolo del Conflitto” tra Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale e presidente della casa editrice Longanesi, e il giornalista Andrea De Angelis.
“Speranza è una parola difficile da riempire. Ognuno fa una piccola parte, incarnare la propria parte si avvicina alla speranza. Se i contenuti sono troppo grandi non ci provi neanche. Fai le cose piccole è molto ma intanto costruisci. Siamo in un sistema di regole ma in certi momenti le regole vanno infrante e a quel punto ci vuole una coscienza profonda. 80 anni fa, sono un soldato, mi ordinano di uccidere, la regola è ubbidire. Ma la coscienza dice il contrario e in quel momento sei chiamato a rispondere. Come facciamo a dire di no a quell'ordine? Il coraggio è un muscolo etico.” Ha commentato la direttrice Pini.
Il confronto ha toccato temi cruciali come l’etica dell’informazione, il ruolo della stampa in un tempo attraversato da crisi multiple, e la responsabilità del linguaggio pubblico.
A seguire, sempre al Teatro Tenda, l’incontro “Perché il razzismo fa ridere” con Michele Serra ha saputo intrecciare ironia e pensiero critico in un viaggio lucido tra gli “ismi” contemporanei, decostruendo stereotipi e banalità con la forza sottile dell’umorismo.
“Questo è un posto che raccoglie storie difficili, anche storie tragiche. Eppure si respira allegria, e ho visto un sacco di ragazzi ridere”. Afferma parlando di Rondine.
“La domanda da farsi, ed è bello farsela insieme, è dunque questa: che cosa abbiamo da ridere, tutti quanti, in un mondo nel quale, non da oggi, la tragedia è parte della vita quotidiana di molti popoli? Ridiamo perché siano incoscienti? Perché siamo cinici? Perché siamo stupidi? Ridiamo perché non sappiamo che ci sono le guerre, la violenza, che il potere spesso non è un servizio, è un crimine? No. Ridiamo perché ne abbiamo facoltà. Il senso dell’umorismo è proprio una di queste acquisizioni culturali. Una vera e propria tappa dell’evoluzione.”
Alle 12.00, lo stesso palco ha accolto il cantautore e attivista Giovanni Caccamo, in dialogo con Sergio Valzania e con la partecipazione della studentessa di Rondine Valeriia.
“Da 4 anni chiedo ai giovani cosa cambierebbero della società e in che modo. I ragazzi hanno interrotto la macchina dei sogni. Ciascuno di noi deve tornare a credere nei propri strumenti interiori, l'uomo deve tornare al centro. Tante cose possiamo fare per cambiare il mondo: azione, piccoli segnali di cambiamento, Rondine per questo mi piace tantissimo. La guerra ci fa sentire impotenti, possiamo riflettere sui conflitti. Cercare di sciogliere questi nodi è centrale, la persona con cui non ci siamo riconciliati, quelli ai quali non abbiamo chiesto scusa.”
L’incontro ha attraversato il legame tra creatività, responsabilità e pace, offrendo una testimonianza autentica sul potere della musica e delle parole per ispirare consapevolezza e impegno.
“Dissi a mia madre: voglio fare il cantautore. E lei: sì, ma che lavoro farai? In Sicilia era il regno della lentezza, immotivato, e in Lombardia il regno di chi corre in tondo, altrettanto immotivato. Anni a girare a vuoto, fino all'incontro con Franco Battiato. Mi apposto, gli mollo il CD. “C'è un CD? Bene, ciao, ci vediamo alle 11 in spiaggia domani". Mi presento, lui aggiunge: "Faccio un bagno e torno, produco il tuo cd". La lentezza siciliana ha pagato.”
Al Centro Internazionale di Formazione, invece, si è svolto il panel “Oltre vittime e colpevoli: approcci educativi e riparativi che immaginano strade di riconciliazione”, che ha approfondito il potere trasformativo della giustizia riparativa e di quella di transizione, in dialogo con l’approccio educativo del Metodo Rondine. A confrontarsi sono state voci di rilievo come Claudia Mazzucato, professore associato di diritto penale nella Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Laura Hein e Emanuela Biffi dell’European Forum on Restorative Justice, e la Rondine d’Oro Elina Khachatryan già studentesse internazionali della World House di Rondine, moderate dalla Adelina Tërshani anche lei studentessa di Rondine.
Ha voluto approfondire Claudia Mazzucato: «Il diritto sono regole di comportamento, che generano la possibilità di avere fiducia e aspettative sociali rispetto ai comportamenti degli altri, dove anche le autorità si sottomettono a queste, che sono fondamentali per vivere in pace: non ci sono luoghi dove si possa vivere senza regole».
«La giustizia riparativa inizia dove si ferma quella penale, mettendo al centro le persone che sono state colpite da un conflitto, chi il danno lo ha subito e chi lo ha provocato, con processi di dialogo tra queste parti, prendendosi le responsabilità e riconoscendosi negli altri tramite questo dialogo» ha aggiunto Laura Hein, dell’European Forum on Restorative Justice.
Nello stesso momento, nella Chiesina, il workshop esperienziale “Double Wing Synergy”, guidato da Simone Rosati, ha esplorato la possibilità di una danza creativa tra umano e artificiale, offrendo uno spazio di movimento e riflessione sul rapporto tra corporeità e intelligenze emergenti.
Il culmine artistico si raggiunge nel tardo pomeriggio con il concerto di chiusura “Immagina di Volare” dell’Orchestra Giovanile CinqueQuarti Abreu “Toccati dalla musica” di Piacenza, composta da 130 ragazzi, un progetto che incarna i valori dell’inclusione e della cittadinanza attiva attraverso la pratica musicale collettiva. L’esibizione ha emozionato e unito il pubblico in un’atmosfera di bellezza condivisa.
Fondamentale e accorato il coinvolgimento del pubblico al momento di sintesi collettiva “Verso YouTopic Fest 2026”, dove sono emerse testimonianze cariche di emozione, speranza e gratitudine. Nel corso dell’incontro, il pubblico ha potuto partecipare attivamente a un momento corale di restituzione e ascolto: studenti, relatori, cittadini e partecipanti hanno condiviso riflessioni e spunti emersi durante il Festival, sottolineando la necessità di continuare a costruire spazi in cui le differenze non siano muri, ma porte aperte.
È proprio in questa cornice che Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine, ha annunciato il tema della prossima edizione, che guiderà il lavoro di un intero anno e sarà il cuore di YouTopic Fest 2026, in programma dal 5 al 7 giugno 2026:
“INQUIETUDINE – Come custodire la scintilla dell’umano?”
Un invito a raccogliere l’eredità viva di questa edizione e mettersi in cammino sin da ora, per continuare ad allenarsi all’ascolto, alla trasformazione e alla ricerca del senso profondo dell’umanità.
Infine, a concludere il Festival è stato il Giubileo delle culture, dei popoli e delle religioni, una celebrazione interreligiosa presieduta dal vescovo di Arezzo, Mons. Andrea Migliavacca, insieme a rappresentanti di diverse fedi che si è tenuta nella Cappellina di Rondine, riconosciuta come Chiesa Giubilare, luogo di preghiera e pellegrinaggio in occasione dell’Anno Santo. Una preghiera corale che ha salutato questa edizione, benedicendo il cammino futuro e ricordando che la spiritualità può essere fonte di incontro, e non di divisione.
“A Gerusalemme ci sono popoli da tutte le parti del mondo che parlano lingue diverse, ma tutte si trovano radunate, capite, accolte dal dono dello Spirito Santo. La celebrazione a cui stiamo partecipando vuole celebrare oggi, nel giorno di Pentecoste, lo Spirito che raduna, che regala la lingua, che ci permette di comunicare, di creare legami tra di noi, lo Spirito che ci dona la pace” ha commentato il Vescovo.
La conclusione di YouTopic Fest 2025 ha rappresentato molto più di un semplice arrivederci. È stata l’occasione per rileggere insieme il cammino percorso, riconoscendo la forza generativa dei conflitti affrontati con strumenti nuovi, visioni condivise e linguaggi capaci di parlare al cuore delle persone.
L’appuntamento è quindi per il prossimo anno, con nuove domande, nuove sfide e lo stesso spirito che rende ogni edizione unica: quello di una comunità globale che, partendo da un piccolo borgo toscano, continua a credere che la trasformazione sia possibile. Insieme.