Donna al comando contro la furia talebana. Annamaria, pilota coraggio del volo salva vite

Il maggiore Annamaria Tribuna di base alla Brigata di Pisa ha eseguito una manovra di decollo da manuale evitando il fuoco terra aria

Un aereo in decollo da Kabul. Nel riquadro Annamaria Tribuna

Un aereo in decollo da Kabul. Nel riquadro Annamaria Tribuna

Pisa, 29 agosto 2021 - Solo alcune settimane fa il maggiore Annamaria Tribuna, pilota italiana dell’Aeronautica Militare, aveva detto che le emozioni più grandi le ha provate in quelle missioni "dove hai l’esempio tangibile del tuo ruolo verso l’Aeronautica e, in particolare, verso il sistema Paese: non c’è emozione più grande di atterrare e sapere di aver salvato una vita". Parole profetiche. Una manciata di ore fa la pilota ha evitato una possibile tragedia. E’ lei la combat ready dal sorriso dolcissimo che con freddezza e capacità ha schivato il fuoco dei talebani durante le fasi concitate, mentre decollava da Kabul al timone di un C130J su cui c’erano decine di afgani in fuga dal Paese e alcuni giornalisti italiani.

Il maggiore Tribuna, di base alla 46esima Brigata Aerea di Pisa – pilota, che ha già al suo attivo oltre duemila ore di volo in missioni aeree in tutto il mondo, dall’Africa ai poli – ha portato a termine la manovra tra gli spari partiti da terra che non erano rivolti al velivolo, ma che rappresentavano comunque uno scenario ad altissima complessità e pericolosità gestiti alla perfezione dalla nostra militare.

Una manovra evasiva perfetta "per proteggere il velivolo ed i passeggeri – spiegato l’Aeronautica Militare – ed evitare che, proseguendo con la rotta originaria, il velivolo potesse attraversare lo spazio aereo dove erano stati osservati i colpi traccianti". Il C-130 ha poi regolarmente proseguito la missione, diretta alla base aerea di Al Salem in Kuwait dove i passeggeri si sono trasferiti su un altro aereo militare, un Kc-767A per il rientro in Italia. Manovre come quelle eseguite dalla pilota fanno parte del normale addestramento dei militari italiani, preparati ad affrontare situazioni di questo tipo, soprattutto in un teatro operativo come l’Afghanistan di questi giorni; uno scenario "fluido", un contesto di pericolo concreto, nel quale è opportuno operare con cautela e preparazione, senza lasciare nulla all’improvvisazione.

"Nessuna delle persone a bordo, né tanto meno il veicolo, hanno riportato conseguenze", è stato spiegato. Del resto il maggiore Tribuna è una pilota pronta al combattimento, addestratissima per quel tipo di scenario e per mettere in pratiche manovre fulminee e decisive. Tribuna ha pilotato un C130 anche in Antartide, di supporto alle missioni scientifiche, ed è stata impiegata in contesti diversissimi, dal trasporto tattico a quello strategico, alle missioni di aviolancio di personale e di materiali. E’ lei, palermitana, già impegnata in Somalia e in Iraq e con la valigia in mano, pronta a volare verso il bisogno, l’eroina dell’operazione "Aquila Omnia" in Afghanistan.

Un impegno quello dell’Italia nel Paese travolto da un nuovo dramma, lungo vent’anni e che in soli 14 giorni, in condizioni difficili, ha portato lontano dai talebani 4.890 cittadini afgani fra cui molte donne e bambini. La 46esima Brigata Aerea di Pisa ha svolto, anche stavolta, un ruolo strategico. Con i suoi mezzi e i suoi piloti pronti ad ogni tipologia di "teatro". Addestratissimi anche a gestire la paura. Trasformandola in "missione compiuta".