
Dario Biagioni e una creazione del suo laboratorio
Mugello (Firenze), 24 aprile 2021 - “Voglio trasmettere un messaggio di positività, molto importante in un momento molto difficile come questo che stiamo vivendo. E cioè che se si usano i canali giusti, si può ottenere molto, anche se si lavora in un posto isolato”. Così Dario Biagioni, artigiano con laboratorio nelle campagne intorno a Borgo San Lorenzo. Artista, decoratore e arredatore d’interni, nasce, vive e lavora tuttora nel Mugello, dove è cresciuto in una famiglia di origini contadine, vivendo a stretto contatto con la campagna, che diventa fin da subito la sua prima maestra di vita e di arte. “Il mio primo lavoro è stato il boscaiolo, a 14 anni – ricorda Dario -. Ho tagliato la legna per due anni, ma sempre con lo spirito di migliorare. E ora, quel legno che prima mi limitavo a tagliare e recidere, da oramai più di trent’anni lo modello, restauro e decoro, utilizzando i colori e tecniche antiche”.
L’attività di Dario Biagioni si sviluppa su due fronti: da una parte la realizzazione e il restauro di mobili che sono degli autentici capolavori; e dall’altra l’attività di divulgazione del suo sapere e delle tecniche antiche che rendono speciale e unica, e perciò apprezzata nel mondo intero, la sua opera. “Ho fatto quello che, in generale, non fanno gli artigiani – spiega Biagioni - che quando sanno fare bene una cosa la tengono per sé, la custodiscono gelosamente. Invece io ho fatto il contrario: ho iniziato a divulgare tecniche antiche, che sono un patrimonio dell’artigianato fiorentino, mettendole a disposizione di chiunque ne sia interessato. Per me non è stato facile apprenderle, ci sono voluti anni di esperienza. Ma il segreto del successo sta in questo spirito di condivisione. Offro con molta umiltà quello che negli anni ho imparto: e le persone hanno dimostrato di apprezzarlo tantissimo”.
Appassionato di colore e di arredamento, nei primi anni novanta compie diversi viaggi nel nord Europa, in particolare in Svezia e in Francia, dove entra in contatto con gli stili d’arredamento, il gustaviano e il provenzale, che negli anni duemila diverranno poi di grande tendenza. Biagioni, sarà quindi tra i primi ad importare in Italia questa ventata di gusto nordeuropeo con la quale riuscirà a rinfrescare l’allora imperante stile rustico toscano. Parallelamente a questi interessi, Biagioni, coltiva la passione per la ricerca interiore ed è soprattutto grazie all’incontro con lo psichiatra e psicoterapeuta Claudio Naranjo, avvenuto nel 1997, che questo percorso di crescita spirituale si rafforza finendo per influenzare profondamente la sua visione della vita. È nel 2004 che Biagioni decide allora di far incontrare queste due passioni apparentemente distanti e ciò avviene nella falegnameria, o meglio nella bottega artigiana, che apre da autodidatta. Il 2018 è l’anno di un’ altra importante svolta lavorativa ed umana. Biagioni, decide infatti di condividere con altre persone la ricchezza che le sue conoscenze professionali ed interiori gli hanno regalato. Comincia così l’avventura dei corsi o meglio ‘per-corsi’ nei quali, sempre di più, i due aspetti del suo lavoro, quello tecnico e quello spirituale, si avvicendano e si rafforzano l’un l’altro, trovando nel mobile e, soprattutto nella lavorazione delle Patine Antiche, il mezzo tramite il quale il corsista può sperimentare una crescita professionale ed al contempo interiore.
Quella di Dario è oggi una bottega di assoluta eccellenza artigiana. Da tutta Italia e da varie parti del mondo cercano il suo laboratorio, in campagna, per ammirare le sue creazioni e imparare i trucchi del mestiere: “Insegno quelle tecniche dimenticate e sconosciute sulla colorazione del mobile, proprio come si faceva nella bottega fiorentina. Alle persone piace imparare a miscelare i colori, conoscere le terre, i pigmenti, le colle naturali. Piace apprendere la tecnica di lavorare sui mobili con queste patine antiche. I corsi al momento sono chiusi, causa Covid. Ma appena potranno riprendere, ricominceranno con una novità: ho acquistato un casale con un grande fienile per offrire ai partecipanti una esperienza sul territorio a 360 grandi, una nuova sede laboratorio di Patina Style con camere per gli ospiti e la possibilità di poter mangiare da noi”. “La mia è un’attività che negli ultimi anni è cambiata molto velocemente – spiega Dario -. Nel 2000 facevo falegnameria su misura, poi pian piano ho convertito una parte della falegnameria alla didattica: e così ho iniziato a insegnare queste antiche tecniche, e dal 2018, quando ho iniziato questi corsi, è stato un successo. Anche il 2919 è stato un anno fortunato, con corsisti giunti da tutta Italia a e da varie parti del mondo, dalla Polonia all’America. In Polonia c’è un movimento forte, ho rilasciato delle certificazioni ai corsisti che possono a loro volta rifare i miei corsi, essendo autorizzati da me”.
Un successo che non conosce interruzioni, neanche al tempo del Covid. “Con la pandemia, al tempo del primo lockdown, attraverso i social sono riuscito a proseguire la mia attività didattica con dei corsi online. Ho fatto dei video che sono stati molto richiesti e acquistati da un gran numero di persone. Ho venduto molti corsi online in tutta Italia, attraverso i quali i partecipanti sono riusciti ad apprendere e mettere in pratica le tecniche che mostravo e insegnavo loro”. Anche la sua attività di laboratorio non si è fermata, e grazie alle finestre sul mondo di Facebook e Instragram, in molti hanno bussato alla sua porta. “Producendo e restaurando mobili, li vendo ai mercati in Francia, dove prima del Covid mi recavo due o tre volte l’anno. Precisamente nella bassa Provenza, dove affluisce un pubblico mondiale, interessati all’acquisto di mobili europei. Causa pandemia i mercati sono stati bloccati, ma il mercato no: e infatti sono stato contattato dall’Australia. I miei mobili in questo preciso momento sono già in viaggio, su dei container in Inghilterra, in attesa di arrivare a Sydney. Ho contatti e richieste dal Texas, come da vari altri Paesi, che bussano direttamente alla mia bottega dopo aver visto in miei lavori sui social”. E proprio da Facebook arriva un importante riconoscimento: l’essere stato inserito tra i 100 community Leaders Network a livello italiano.
“Nel 2016 mi contattò l'hotel Ritz di Parigi, dove in occasione della riapertura, un noto chef, voleva delle pale da forno di legno per portare il pane in tavola in una maniera un po’ speciale: le feci in noce intagliate a mano rifinite in ottone. Realizzai anche dei taglieri rifiniti in ottone per portare la bistecca e tagliarla al tavolo. Mi fece molto piacere il fatto che un grande nome come il Ritz potesse venire a cercare un artigiano del Mugello, dove l’artigianato viene ancora praticato”. “La mia è una realtà artigianale piccola e così voglio rimanga– precisa Dario -. È una mia scelta precisa. È e deve rimanere un’impresa a livello familiare: mia moglie Maya, mia figlia Mila e Eva mi aiutano nelle pratiche, nelle mail, nelle telefonate, nel disbrigo degli ordini internazionali. Quando si hanno troppi impegni e tanti dipendenti, per portare avanti un’attività a livello industriale, non si può più scegliere il lavoro, ma si è costretti ad accettare tutto. Ma così si rischia di perdere un po’ la vera passione per questo mestiere. Invece, in questo mio modo, posso permettermi di scegliere il lavoro, cosa creare, cosa restaurare, su cosa lavorare, e questa libertà è una grande ricchezza che mi rende felice. Anche per chi vuole venire al mio laboratorio, per mia scelta non ci sono indicazioni sulla strada: ma chi mi vuole trovare, alla fine mi trova sempre e senza difficoltà”.
Nella sua falegnameria ha messo a punto quella che lui stesso denomina “tecnica delle Patine Antiche”, che lo ha reso noto nel mondo dell’ arredamento e tra gli appassionati del recupero del mobile. Questa tecnica di invecchiamento, che si avvale di colle e pigmenti naturali, si rifà direttamente al sapere pratico e teorico degli antichi mestieri, custodito gelosamente ancora oggi nelle botteghe artigiane fiorentine, i cui segreti, Biagioni riesce a plasmare attraverso il suo intuito e le sue sperimentazioni personali. Il risultato di questa ricerca è un invecchiamento dall’aspetto estremamente reale che in qualche modo sembra semplicemente accelerare quello che il tempo compierebbe con il suo ritmo naturale. Procedimento creativo che, proprio per il modo in cui è stato concepito, ben si sposa con le tecniche di ricerca interiore vissute da Biagioni. Che attraverso questa tecnica sintetizza gli insegnamenti ricevuti, e usa l’atto creativo come un catalizzatore per entrare in contatto con il vissuto dell’individuo. Secondo Biagioni, il passato può quindi essere accolto , lavorato , trasformato in maniera virtuosa puntando il focus in due direzioni: sull’oggetto da modellare e dentro noi stessi. Questa modalità di lavorazione, vissuta in consapevolezza, non porta alla dualità tra soggetto ed oggetto ma apre le porte ad una visione in cui non esiste distacco tra colui che crea e l’oggetto creato. L’oggetto siamo noi e se noi siamo l’oggetto su cui lavoriamo stiamo lavorando in modo riflesso su noi stessi. È attraverso il presente, unico strumento segreto della ricetta delle Patine Antiche che Biagioni non spiega ma cerca di sperimentare direttamente con i suoi partecipanti, che l’apprendimento e l’esecuzione della tecnica diventano un’esperienza dell’“essere “. Dunque, se, per definizione, le Patine Antiche sembrano volgere lo sguardo esclusivamente al passato, in realtà, esse si rivelano un modo per enfatizzare ed esorcizzare il passato come un dramma personale che si rivive e si snoda nel presente, donando i suoi frutti al futuro e svelando come non esista altro tempo all’infuori dell’adesso . “Il segreto del mio successo? Parte innanzitutto da un lavoro su se stessi – spiega Dario - Bisogna capire che quello che stiamo facendo può essere un dono, una ricchezza non solo per se stessi, ma anche per gli altri”.
Maurizio Costanzo