
archeologico
Arezzo, 19 giugno 2025 – Dietro la porta chiusa da decenni di una sala al primo piano del Museo Archeologico Nazionale di Arezzo si celava uno straordinario tesoro.
Da venerdì 27 giugno 2025 apre al pubblico la “Sala del Tesoro” la nuova sezione numismatica del Museo che espone in un allestimento interamente rinnovato una selezione di monete fuse e coniate etrusche, italiche, greche e romane che raccontano in marchi e incisioni di pochi millimetri di superficie storie di potere e commercio, cultura, ricchezza e identità, origini e miti di popoli diversi.
170 monete sono state selezionate per raccontare la storia della monetazione antica, dalla greca alla romana imperiale, passando per l'italica e l'etrusca. Sono particolarmente numerosi gli esemplari etruschi del III secolo aC della serie “della ruota”, in cui la ruota del carro è associata a simboli diversi, fra cui l'ancora, l'anfora o la ruota stessa: questi reperti provengono soprattutto dal territorio aretino, testimoniando la tradizione metallurgica locale e suggerendo la presenza di una zecca proprio ad Arezzo. Il pezzo più straordinario appartiene alla serie “ruota-ancora”, conosciuta in tanti pesi e misure e diffusa anche in Valdichiana, a Chiusi ea Orvieto: si tratta di una moneta monumentale di bronzo del peso di quasi 750 grammi conservata nella collezione della famiglia Bacci e rinvenuta a Stroppiello, in campagna, lungo la strada che collega Arezzo al Casentino. I suoi lati raffigurano rispettivamente una grande ancora e una ruota a 7 raggi con 3 lettere etrusche che corrispondono ai suoni V, P, N.
Altre 50 monete romane evidenziano il ruolo della moneta come antico strumento di comunicazione e propaganda. La sua circolazione diffusa e capillare, infatti, si prestava a diffondere messaggi politici, a esaltare il nome dei magistrati monetali attraverso la rappresentazione di miti familiari, a celebrare la Roma repubblicana e imperiale e a glorificare gli imperatori con le loro effigi, ritratti e riferimenti alle loro azioni militari e alle loro più celebri committenze, come la realizzazione del Macellum magnum, il mercato alimentare voluto da Nerone sul Celio o il restauro di edifici, come il Circo massimo. Sulle due facce delle monete della collezione del Museo di Arezzo si scorgono raffigurazioni di divinità come Giano, Minerva e Apollo, ma anche allegorie della Fortuna, della Vittoria e dei popoli vinti da Roma; si avvicendano scene riferite a miti e leggende famosissimi, come il ratto delle Sabine, la fuga di Enea da Troia e il ritorno di Ulisse ad Itaca; si susseguono emissioni che ritraggono i grandi imperatori come Cesare Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone e membri delle loro famiglie.
Infine su un frammento di sarcofago in marmo è rappresentata a basso rilievo una vera e propria scena di banca, con il bancone dei cambiavalute e sacchi di monete.
Il patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Arezzo - oggi tra i luoghi della cultura del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana - proviene in buona parte dal Museo Pubblico di Storia Naturale e Antichità della Fraternita dei Laici, fondato nel 1823, che nel tempo riunì - grazie a donazioni, lasciti e acquisti - alcune delle più importanti raccolte private aretine.
Le collezioni di antichità furono incrementate anche dalle numerose scoperte avvenute in città, specialmente nel corso dei tanti lavori di scavo collegati alle importanti trasformazioni urbanistiche di fine XIX-inizi XX secolo.
Alla formazione della sezione numismatica, in particolare, contribuirono l'acquisto nel 1850 della collezione della famiglia Bacci, la donazione della raccolta dell'archeologo Gian Francesco Gamurrini (direttore del Museo dal 1892 fino alla morte nel 1923) e l'acquisizione nel 1924 della collezione Guiducci.
Questo patrimonio numismatico, ricco di oltre 2000 monete confluì insieme alle altre antichità nel Museo Archeologico “Gaio Cilnio Mecenate” inaugurato nel 1937 nell'ex monastero di san Bernardo e divenuto statale nel 1973.
La volontà di tutelare e promuovere la conoscenza delle monete conservate nel Museo ha portato innanzitutto a un riscontro inventariale della collezione numismatica, alla documentazione fotografica e allo studio di ogni esemplare e ha condotto poi alla realizzazione di tre diversi cataloghi ad opera di studiosi del settore coordinati da Fiorenzo Catalli, già funzionario archeologo del Ministero della Cultura, due dei quali saranno disponibili fin dal 27 giugno.
Si è lavorato parallelamente al progetto di apertura al pubblico del Monetiere. Grazie agli studenti e ai docenti del DIDA, il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, è stato ideato un nuovo allestimento attorno al concept di “Sala del Tesoro”, che presenta la sezione numismatica come uno scrigno ricco di piccoli preziosi elementi che – nella loro superficie spesso piccola e in pochi grammi di peso – racchiudono importanti contenuti storici, oggi resi accessibili a tutti. Allo sviluppo del concept hanno collaborato nel tempo anche tanti tirocinanti di università italiane e straniere e di scuole secondarie di secondo grado aretine.
Un ulteriore valore aggiunto della Sala del Tesoro risiede nel sostegno che questa importante iniziativa culturale ha trovato da parte dei privati: alla realizzazione del progetto hanno contribuito sei moderni mecenati che hanno sostenuto i costi dell’allestimento tramite Art bonus, che riserva un credito d’imposta del 65% a coloro che sostengono attraverso erogazioni liberali interventi diretti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di appartenenza pubblica.
Un ringraziamento va quindi a Chimet S.p.A., T.C.A. S.p.A., Mely's Maglieria srl, Centro Chirurgico Toscano srl, Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e Agnese Nocenti.
L’iniziativa è stata così sentita e partecipata da giungere al settimo posto nel Concorso nazionale Art bonus 2025, organizzato dal Ministero della Cultura e da ALES spa, in collaborazione con Promo PA Fondazione-LuBeC.
Il progetto ha anche spinto il prof. Andrea Andanti a fare dono al Museo della sua raccolta di pubblicazioni di numismatica, costituita da 374 cataloghi d’asta, riviste e monografie.
Aperture straordinarie, visite tematiche e laboratori.
Venerdì 27 dalle 19.30 alle 23.15 La Sala del Tesoro sarà visitabile durante l’apertura serale straordinaria organizzata per l’occasione: oltre al personale del Museo e alla direttrice Maria Gatto, dalle 21 alle 22.30 sarà a disposizione del pubblico anche il curatore della sezione, il numismatico Fiorenzo Catalli.
Domenica 29 alle 9.15 e alle 11.15 negli spazi dell’anfiteatro, sarà possibile scoprire le tecniche di realizzazione delle monete antiche assistendo alle attività di fusione e partecipando a momenti della coniazione delle monete guidati dell’archeologo sperimentale Floriano Cavanna, organizzati da Arkè, in collaborazione con la Sezione didattica della Fraternita dei Laici e con il sostegno di ATAM e di Caffè Veraldi. Gli operatori didattici della Fraternita dei laici accompagneranno nella visita della nuova sala. Per partecipare è necessario prenotarsi scrivendo a [email protected]
Domenica il Museo sarà aperto straordinariamente anche nel pomeriggio, con orario 14.30-18.15. In tutto il fine settimana la bigliettazione sarà ordinaria, con le attività incluse nel biglietto d’ingresso. Gratuità di legge.