L'anniversario della Costa Concordia. "Ecco perché inviterei Schettino a pranzo"

Umberto Trotti, uno dei sopravvissuti: "Non può essere stata solo colpa sua Quella notte? Un incubo"

Umberto Trotti

Umberto Trotti

Ferentillo (Terni), 9 gennaio 2022 - "Se inviterei Schettino a pranzo nel mio ristorante? Adesso sì, sarei felice di averlo ospite". Umberto Trotti è uno dei sopravvissuti alla tragedia della Concordia: dieci anni fa era in crociera, in viaggio di nozze, con la moglie Fjorda e i figlioletti, Valentina (al tempo 2 anni) e Carlo (6 mesi).

Cosa è cambiato, perché ora ospiterebbe Schettino? "Appena accaduto il naufragio e per i due, tre anni successivi ero pieno di rabbia. Paura e rabbia. Ora, guardandomi indietro, a mente fredda, penso che non può essere stata solo colpa sua. Certo, ha sbagliato ma non credo sia un mostro. Solo chi ha vissuto quell’esperienza può capire cosa significa". In realtà non siete stati mai soli, il personale di bordo vi ha aiutati... "Ci ha salvato la vita un cuoco di Como, con il quale abbiamo stretto un legame affettivo unico. Ci sono stati momenti di agitazione, gente che correva senza meta e senza guardare in faccia a nessuno: Valentina, due anni, è caduta e le sono passati sopra, letteralmente, rompendole un dito della manina. Ma ripeto, il terrore che si prova in una situazione del genere non si può immaginare. Dopo dieci anni capisco tante cose, vedo tutto diversamente e trovo inutile tanto accanimento verso Schettino". Siete andati avanti? "Non dimenticheremo quella notte. Eravamo saliti a bordo da poche ore, ci sembrava tutto magico. Poi l’inferno. Fjorda non riesce a salire neanche su un traghetto: siamo andati al Giglio, ma ha avuto un attacco d’ansia". Cos’è rimasto di quella notte? "Il dolore per chi non ce l’ha fatta. E i rapporti di amicizia: sono indissolubili perché affondano le radici in un’esperienza unica".