Coronavirus, in Toscana mezzo milione di test per scovare i positivi

Un prelievo del sangue per individuare i positivi asintomatici. Già oggi i primi kit, dopo lo studio pilota si partirà dagli operatori sanitari

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Firenze, 18 marzo 2020 - Screening di massa su 500mila toscani con il test sierologico: un prelievo del sangue che permetterà di individuare i positivi al Covid19 e isolarli, anche se non hanno sintomi o ne hanno pochi. La Toscana dichiara guerra totale al nuovo coronavirus e si muove in tutte le direzioni: cura e prevenzione. Si sta approntando una corazzata per l’emergenza con circa 730 letti di terapia intensiva formati dai 250 dei 447 in funzione dedicati ai pazienti Covid, 280 ricavati da vecchi ospedali dismessi o in parziale dismissione e dai nuovi, 200 sfruttabili nelle 300 sale operatorie e 15 messi a disposizione dall’ospedalità privata. Sono stati richiesti 300 ventilatori e monitor alla protezione civile.

Una potenza che consentirà alla Toscana di essere centro di riferimento nazionale per le grandi emergenze. Naturalmente vale il principio di prossimità, all’interno di un quadro di solidarietà nazionale: prima chi ha bisogno. La macchina regionale è in fermento, il governatore Enrico Rossi ha deciso che che i toscani vengano sottoposti a screening, aprendo ulteriormente i canali di dialogo con i rappresentanti del mondo scientifico. La decisione è arrivata proprio duettando con Sergio Romagnani, professore emerito di Immunologia clinica e Medicina interna dell’Università di Firenze, che aveva aperto il dibattito sul tema del rischio che i positivi con pochi sintomi, se non senza, potessero continuare a infettare la popolazione.

Già oggi arriveranno i primi 50mila kit con i reagenti per effettuare nel siero la ricerca di Igg e Igm, ovvero per verificare la presenza di anticorpi e l’infezione in corso. I positivi andranno in quarantena, dove poi saranno sottoposti a tampone di verifica. Prima di estendere a tutti il test, ancora non è stato validato, proprio come ha suggerito Romagnani in pieno accordo su metodo e merito, sarà effettuato un rapido studio pilota su un centinaio di casi. Dopodiché i primi 60mila test saranno fatti a tutti i lavoratori del sistema sanitario pubblico e poi anche privato. Successivamente a tutte le persone più esposte al contagio.