Coronavirus, 70 per cento di prenotazioni cancellate negli agriturismi toscani

Il presidente di Coldiretti: "La situazione è grave e preoccupante"

Turisti con mascherine a Firenze (foto NewPressPhoto)

Turisti con mascherine a Firenze (foto NewPressPhoto)

Firenze, 27 febbraio 2020 - Disdette delle prenotazioni pari al 70% nel breve periodo e del 30% fino all'estate per gli agriturismi in Toscana. Il dato, frutto del monitoraggio condotto nelle strutture di Campagna Amica associate a Terranostra, è stato reso noto dalla Coldiretti regionale il cui presidente, Fabrizio Filippi, afferma: «La situazione è grave e preoccupante.

A forte rischio a questo punto l'andamento delle ricettività per il periodo di Pasqua, storicamente uno dei più indicati per lòa vacanza in agriturismo». La Toscana, spiega Coldiretti, conta 4.500 agriturismi dei 23.000 a livello nazionale: leader dell'ospitalità agrituristica regionale è Siena con 1150 aziende seguita da Grosseto con 960 e Firenze con 600. I posti letto dell'agriturismo toscano contano 31mila camere e 700 piazzole che accolgono oltre 60mila persone. «I nostri operatori agrituristici stanno segnalando numerose disdette per il servizio di ristorazione, collegato alla ricettività negli alberghi dove le cancellazioni si stanno moltiplicando.

Lo stop di importanti fiere sta facendo il resto. Le disdette stanno arrivando da paesi quali Canada e Usa ma anche Belgio, Olanda, Germania e Paesi Scandinavi, a cui i nostri agriturismi rispondono offrendo la possibilità di slittare il periodo di vacanza in periodi successivi, in modo da conservare la fiducia dei clienti», racconta Luca Serafini, presidente di Terranostra Toscana. Per Coldiretti è anche importante individuare da parte delle istituzioni «misure di sostegno alle attività più duramente colpite attraverso sgravi fiscali e contributivi con il rinvio di pagamenti, compensazioni previdenziali delle giornate di lavoro perse e attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori nonché la proroga delle scadenze dei piani di sviluppo rurale regionali e nazionale».