Coronavirus, un caso al Pignone. Hitachi riapre dopo Pasqua

Chiusure temporanee, riduzioni di orario e di attività per le grandi aziende. Braccini (Fiom): "Alle stelle le richieste di cassa integrazione"

Una fase della produzione alla Hitachi di Pistoia

Una fase della produzione alla Hitachi di Pistoia

Firenze, 20 marzo 2020 – Chiudono le grandi fabbriche In Toscana. La produzione si ferma. Un altro colpo durissimo all’economia regionale, già ferita in tutti i settori dall’epidemia che non accenna a rallentare. Primo caso di coronavirus ieri al Nuovo Pignone di Firenze. E’ la stessa società del gruppo Baker Hughes ad annunciarlo, sottolineando che «l’ultimo giorno del dipendente in azienda è stato venerdì 13 marzo, lavorando poi in remote working. Attualmente il dipendente è ricoverato». Immediate le misure di prevenzione. «L’azienda ha provveduto a informare tempestivamente, nel rispetto della privacy, tutti i colleghi e fornitori che sono entrati in contatto con il dipendente negli ultimi 14 giorni per permettere loro di mettersi in autoisolamento come misura cautelativa. Tra questi, alcuni si trovano già a casa da alcuni giorni in remote working, mentre altri continuavano ad operare nel sito. Sono stati prontamente informati anche i rappresentanti dei lavoratori. Inoltre – prosegue la nota della società –, l’azienda ha deciso in via eccezionale e come misura preventiva e cautelativa, di sospendere momentaneamente le attività lavorative nel sito di Firenze a partire dal pomeriggio di venerdì 20 marzo fino a domenica 22 marzo compreso. Era in ogni caso già programmata, per la giornata di sabato 21 marzo, una ulteriore sanificazione straordinaria, come parte delle attività proattivamente intraprese dall’azienda fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Per consentire il completamento delle operazioni di sanificazione, il sito rimarrà chiuso in questi giorni per poi ripartire lunedì, 23 marzo. L’azienda è in costante contatto con il dipendente e la famiglia ed è loro vicina. L'azienda monitora l'evoluzione della situazione insieme alle autorità sanitarie e implementerà ulteriori misure qualora fossero necessarie".

Ma lista delle aziende toscane in difficoltà è lunga. A Pistoia, Hitachi chiude fino al 13 aprile. Il Gruppo Hitachi Rail, accogliendo le richieste fatte dalle Rsu e Rls, ha annunciato infatti lo stop della produzione dei veicoli in tutti i siti produttivi del gruppo in Italia fino al 13 aprile, utilizzando cassa integrazione per gli oltre 8000 dipendenti del gruppo. «Una scelta difficile – commenta il coordinatore nazionale Fim Cisl Gruppo Hitachi Mauro Masci – ma che va incontro alle nostre richieste di sicurezza per limitare al massimo la possibilità di contagio. Nonostante avessimo messo a punto un protocollo congiunto sulla sicurezza sanitaria, questo non escludeva la possibilità di contagi in un contesto complicato come l’emergenza che stiamo vivendo e dove anche sul piano psicologico la situazione tra i lavoratori stava divenendo ingestibile». 

Da giovedì scorso e fino al 29 marzo lo stabilimento Laika di San Casciano Val di Pesa (Firenze) chiude con cassa integrazione a zero ore per tutti i dipendenti, circa 500. Lo ha annunciato la Fiom-Cgil di Firenze, che con la Fim-Cisl aveva indetto una giornata di sciopero, con adesione in massa. La Fiom Cgil è mobilitata. Ieri ha tenuto una videoconferenza con i segretari provinciali toscani. Il quadro che ne esce è preoccupante. «Abbiamo risposto all’emergenza stando al fianco dei lavoratori – sottolinea Massimo Braccini, segretario generale di Fiom Toscana – supportando i delegati in ogni forma possibile, cercando di far rispettare alle aziende, anche con iniziative di mobilitazione, le norme sanitarie e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono stati siglati accordi sindacali o definite linee di indirizzo con molte imprese – aggiunge – Sono state previste fermate produttive alla Perini e Fosber a Lucca; nei cantieri nautici in toscana hanno quasi tutti sospeso o rallentato le produzioni in questa settimana; il settore dei camper, concentrato nelle province di Siena e Firenze, a seguito di pressioni e iniziative sindacali si è fermato per riorganizzare meglio l’attività produttiva, la Whirpool a Siena è stata ferma per alcuni giorni, l’Unoaerre ad Arezzo è ferma a seguito di un accordo sindacale, la Kme in territorio lucchese è ferma in questi tre giorni. Pecchioli Research a Firenze riapre il 5 aprile per permettere la sanificazione. La Magona a Piombino ha sospeso le attività aziendali non indispensabili alla produzione.

In altri luoghi di lavoro sono state attuate riduzioni di orari, come in Piaggio a Pontedera. Tutte le aziende nel fine settimana ci risulta che sanifichino gli ambienti di lavoro – prosegue Braccini - Le richieste di utilizzo di cassa integrazione stanno aumentando esponenzialmente nelle piccole imprese e siamo impegnati a definire accordi sindacali per dare la miglior tutela ai lavoratori. In molte aziende iniziano a scarseggiare i materiali ed è evidente che in conseguenza del fermo produttivo a livello internazionale di settori come l’auto e del pesante rallentamento della vendita di qualsiasi bene, presto ci troveremo di fronte a situazioni mai viste».