Conte, prof in aspettativa "L’ateneo è casa sua"

Il rettore Dei: "Speriamo che vada avanti, ma qui lo riabbracciamo subito" Persone vicine al premier si sarebbero informate per un suo possibile rientro

di Luigi Caroppo FIRENZE «L’Università di Firenze è la sua casa, la cattedra di Diritto privato avrà ancora più lustro... non posso dire lo aspetto perché gli auguro di proseguire la sua esperienza alla guida del governo... ma quando deciderà di tornare sarà accolto da noi a braccia aperte". Luigi Dei, il rettore dell’Ateneo fiorentino non ha ricevuto nessun segnale da Roma è pronto a tutte le variabili. Più di una voce, accreditata, parla di persone vicine all’avvocato, professore di diritto al polo delle Scienze sociali a Novoli, che si sarebbero informate, sugli aspetti amministrativi legati a un suo eventuale rientro ad insegnare. "Alla mia segreteria - continua Dei - non risulta niente per ora, non so se direttamente alla segreteria del corso...". Il prof Conte è entrato in aspettativa obbligatoria per legge dal giugno 2018, un automatismo senza neppure dover richiedere di avviare il procedimento. "Siamo orgogliosi di annoverare nel nostro corpo docente - sottolinea il rettore Dei - un validissimo professore ed eccellente persona come Conte, il posto è suo quando decide di tornare, deve solo comunicarcelo. Ha fatto un servizio al Paese e di questo gliene siamo grati". La sua scheda digitale Unifi è sempre attiva così come la casella di posta elettronica. Il curriculum in vetrina come per tutti i docenti dell’ateneo. «E’ professore ordinario , a tempo definito, di Diritto privato I e Diritto privato II. Ha approfondito i suoi studi alla Yale University, alla New York University, al Girton College (Cambridge), alla Duquesne University, a Parigi, a Vienna" si legge. Ed inoltre ha tenuto corsi monografici e integrativi di Diritto privato alle facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma III, della Lumsa, dell’Università di Sassari e presso l’Università di Malta" si legge. Nel luglio 2002 ha conseguito l’idoneità quale professore ordinario per l’insegnamento di Diritto privato. A fine maggio 2018 la sua ultima lezione a Novoli. Appena uscito dall’aula universitaria del polo di Scienze sociali aveva risposto alla domanda Europa sì o Europa no: "Europa sempre più forte". Impeccabile come sempre in un completo con camicia bianca e cravatta, a poche ore dall’incarico definitivo dal Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo ultimo contatto con l’ateneo prima dell’aspettativa. Poche ore e sarebbe diventato il premier Conte, il Primo ministro. Con un mezzo sorriso di chi sa ma non può dire, il prof Conte si spingeva ad elogiare l’Europa così spontaneamente: "Nessuno ha mai messo in discussione che siamo nel sistema europeo e ci vogliamo rimanere". Incalzato dai giornalisti, con passo felpato appena fuori dal polo, con sguardo pensieroso a chi gli faceva gli auguri, rispondeva "In bocca al lupo all’Italia". Europa-Italia, insomma era stato il binomio perfetto nella prima intervista pubblica a ‘La Nazione’ da prof che si trasforma in padrone di Palazzo Chigi e da lì a poco in ‘avvocato del popolo’. Ora nelle stesse aule si vocifera che il prof Conte potrebbe tornare a insegnare se il terzo mandato svanisse. Qualcuno parla addirittura di informazioni pratiche che persone a lui vicine avrebbero raccolto in vista di un eventuale ritorno. Quel binomio perfetto è stato quello che a gennaio 2021 gli ha fatto lo sgambetto e fatto fare le capriole della crisi. Europa-Italia come Recovery plan e ripartenza dell’Italia e poi il Mes sanitario: il tallone d’achille che Renzi ha iniziato a bersagliare, giorno dopo giorno. Ora il premier dimissionario confida nei responsabili costruttori europeisti e nei moderati del centrodestra che amano la Ue. Spera ancora in Europa-Italia, il binomio perfetto, quello che gli aveva fatto dire: "Europa? Sempre più forte".