Con la pandemia più suicidi e autolesionismo nelle carceri toscane

Il rapporto del garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Giuseppe Fanfani

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 17 marzo 2021 - Nella primavera 2020, con l'inizio della pandemia, nelle carceri toscane si sono registrati tre suicidi e una morte per cause non del tutto chiarite. A Sollicciano, il carcere fiorentino, gli atti di autolesionismo sono stati 700, a Livorno 89, a Prato 95. Nell'istituto minorile di Firenze, su 14 minori ospitati ci sono stati 12 atti di autolesionismo e un tentato suicidio; a Pontremoli, su sette ospiti, due atti di autolesionismo, un tentativo di suicidio e un'aggressione.

È il quadro delineato dal garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Giuseppe Fanfani, che è intervenuto in commissione sanità del Consiglio regionale facendo il punto sul disagio nelle carceri dall'inizio della pandemia. Il garante ha ricordato che, a seguito dell'epidemia, «hanno subito delle forti limitazioni le visite dall'esterno, la presenza del volontariato, i trasferimenti, le iniziative come i corsi di istruzione. Questo ha aumentato a dismisura la sofferenza in carcere, dove in 14 metri quadri devono convivere due o tre persone».

In Toscana, spiega una nota, il numero dei positivi al Covid in carcere all'8 marzo scorso erano 63 su 3.122 detenuti e 19 su 2.267 addetti alla sorveglianza. I numeri, si precisa, si sono mantenuti bassi per tutto il 2020, fino a quando poche settimane fa quando è scoppiato un focolaio a Volterra (Pisa) che ha fatto registrare 57 casi di contagio. «A parte questo episodio i casi contenuti dimostrano che c'è stata attenzione» ha detto il garante.