Compiti estivi: "Vanno diluiti, errore ridursi all'ultimo. Ecco che fare in questo caso"

Il docente Mario Lombardi: "Per chi è in questa situazione, consiglio di concentrarsi sulle materie più ostiche. Impossibile far tutto in dieci giorni...."

Un bambino che fa i compiti

Un bambino che fa i compiti

Firenze, 5 settembre 2022 - Meno dieci giorni alla ripartenza della scuola. Alzi la mano il genitore il cui figlio ha finito tutti i compiti. Cosa fare quando il pargolo si è ridotto all’ultimo tuffo, a quel rush finale che andrebbe assolutamente evitato? Abbiamo girato la non facile domanda a Mario Lombardi, docente delle secondarie di primo grado. “E’ sbagliatissimo ridursi in fondo. Concentrare tutti i compiti in dieci giorni non ha alcun senso”, la sua premessa. E ancora: “Personalmente, non ho mai amato riempire di compiti i miei studenti. L’impegno durante l’anno deve esser serio. Allo stesso tempo, anche il relax è importante. Ad ogni modo, un po’ di compiti è bene che ci siano per allenare il cervello, tenersi in forma e fortificarsi nelle materie in cui si è più deboli”.

Ma chi finora ha fatto poco o nulla? “Va un po’ brontolato - dice il prof -. A mio modo di vedere, è impossibile far tutto in pochi giorni. Pertanto, consiglio al genitore che si trovi in questa situazione di far concentrare il figlio sulle materie in cui ha più difficoltà. Visto che il tempo è poco, meglio tralasciare le materie più amate e dare spazio a quelle in cui zoppica”. Questo sottintende che il ragazzo non arriverà in classe con tutti i compiti svolti… “E’ ovvio - allarga le braccia il professore -. I compiti estivi vanno diluiti. L’abbuffata finale è sbagliatissima. Chi finora si è riposato sfrutti questi ultimi giorni per studiare gli argomenti in cui ha più difficoltà”.

Di solito i ragazzi li fanno i compiti estivi? “Macchè - sorride Lombardi -. Li svolge un 20 per cento. In linea generale, le più precise sono le studentesse. Purtroppo, negli ultimi anni è cresciuto il numero di chi proprio non li svolge. Spesso si tratta di ragazzini che vivono in contesti fragili, con genitori che non riescono a star dietro alle questioni scolastiche”. L’alunno perfetto? “Nel mondo ideale, lo studente dovrebbe subito a giugno fare gli esercizi più complicati, in quanto già allenato. E poi durante l’estate leggere, disegnare e far le cose più leggere. A settembre, poi, dovrebbe riguardare tutto”. Ci sarà qualcuno così bravo?