Cinque Terre, vietati sandali e ciabatte

"Non siamo al mare". E chi ignora le regole potrà essere multato di 2500 euro

Cinque terre

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Cinque Terre (La Spezia), 6 marzo 2019 -  A  piedi scalzi sulla battigia, dove le onde accarezzano la terraferma. Una delle sensazioni più belle che una vacanza in riviera può donare. Ma se la vostra meta fossero, mettiamo, le Dolomiti, in valigia mettereste infradito o scarponcini? L’equivoco nasce qui: i turisti che affollano le Cinque Terre arrivano pregustando rossi tramonti sul Mar Ligure e il profumo del salmastro nei caruggi. Poi notano, alle spalle dei borghi di pescatori, un territorio da scoprire: vigneti terrazzati, muri a secco, sentieri alti sulle colline a picco sul mare. Arrivando da paesi lontani, sanno che in questi luoghi difficilmente potranno tornare, e allora si incamminano a prescindere dalle dotazioni del bagaglio.

«Chi viene da noi pensa di venire al mare – spiega Patrizio Scarpellini, direttore del Parco nazionale delle Cinque terre –. Non si rende conto che lasciando i centri abitati ci si ritrova su sentieri che hanno le stesse caratteristiche di quelli di montagna. Così si incamminano perfino in ciabatte. Chi va in Trentino ci va attrezzato, qua no». Ma dal primo aprile, già in vista dei ponti festivi tra la Pasqua e il Primo maggio che porteranno folle di villeggianti, sarà posto un freno a questa “leggerezza” che ogni anno è causa di infortuni di varia gravità: chi venga sorpreso sui sentieri del Parco con calzature non idonee sarà soggetto a una sanzione tra i 50 e i 2500 euro. «Il Parco e i Comuni di Vernazza, Monterosso e Riomaggiore – spiega Scarpellini – stanno firmando un accordo quadro per la gestione e fruzione della rete sentieristica. Sulla base dell’esperienza, abbiamo introdotto un chiaro divieto di accesso a chi non ha idonee calzature. Sono esplicitamente vietate quelle aperte o con suola liscia». La sanzione è prevista dalla legge quadro sui Parchi, la 394/91, per chi violi i regolamenti delle aree protette.

Non si tratta di una vessazione per i turisti ma di una norma a tutela della loro stessa sicurezza, in previsione anche di flussi che si annunciano sempre più imponenti: le sole navi da crociera porteranno alla Spezia, nel 2019, 750 mila persone, contro il mezzo milione del 2018. Gli innumerevoli infortuni sui sentieri, oltre a mettere in pericolo la vita del malcapitato di turno, innescano una complessa e costosissima struttura di soccorso: «Chi si fa male sui sentieri – conclude Scarpellini – spesso va recuperato con l’elicottero, anche se magari, e per fortuna, le ferite non sono gravi. Faremo informazione e faremo prevenzione presidiando gli accessi ai sentieri ma poi scatteranno le sanzioni».