Video dell'orrore su Whatsapp: torture e violenze a bambini. Venti minori denunciati

Smantellata una "rete" di giovanissimi in Toscana: nei loro cellulari immagini di ogni tipo. Utilizzavano le varie app di messaggistica, tra cui Telegram, per scambiarsi i file

Un agente della polizia postale

Un agente della polizia postale

Firenze, 11 luglio 2020 - Il più "anziano" del gruppo ha 17 anni. Il più giovane 13. Sono ragazzini adesso denunciati per cessione di materiale pedpornografico e istigazione a delinquere. Tramite i loro cellulari si scambiavano filmati dell'orrore: violenze a bambini soprattutto, ma anche decapitazioni, torture su animali. Un abisso senza fine quello scoperto dalla polizia postale e delle comunicazioni, che ha concluso un'indagine delicata che ha visto perquisizioni in tutta Italia.

Viareggio e Pisa le città toscane che sono state interessate dall'inchiesta. Tutto parte da una madre viareggina, che trova sul cellulare del figlio immagini raccapriccianti. Chiede quindi aiuto al compartimento polizia postale della Toscana che scopre l'orrore. Dall'analisi del telefonino è emerso un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, organizzatore della "rete" che si estendeva a varie città, tra cui Cesena, Ferrara, Reggio Emilia, Ancona,  Napoli, Milano, Pavia, Varese, Lecce, Roma, Potenza e Vicenza. 

I file venivano scambiati sotto ogni forma, anche quella di "sticker", le immagini da scambiarsi tipo emoticon. Di solito immagini innocenti ma che in questo caso erano foto agghiaccianti

Sul telefono del ragazzo erano inoltre presenti numerosi file “gore”, la nuova frontiera della divulgazione illegale: video e immagini provenienti dal dark web raffiguranti suicidi, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone, in qualche caso di animali. Il 15enne sarebbe stato l'amministratore del gruppo su una nota app di messaggistica.

 L'inchiesta ha visto in campo insieme al Centro Nazionale Contrasto alla Pedopornografia Online. A coordinare l'inchiesta, la procura dei minori di Firenze con il procuratore Antonio Sangermano. Una volta scoperta la rete sono partite le perquisizioni per interrompere subito lo scambio, che avveniva continuamente. E' scattato anche il sequestro di telefonini e computer. Da qui sono emersi nuovi elementi. Per una vicenda sconcertante.