Detenuto dà fuoco alla cella e muore, l’allarme: "Il carcere di Terni è una polveriera"

La fine di un trentacinquenne con problemi psichiatrici è l’ultimo episodio di una lunga serie. Il sindacato Sappe: "Tragedia annunciata, sottovalutate le nostre segnalazioni". Violenze quotidiane

Un carcere (Foto di repertorio Ansa)

Un carcere (Foto di repertorio Ansa)

Terni, 1 giugno 2023 – Alla fine c’è stato il morto. L’escalation di violenze e disordini nel carcere di Vocabolo Sabbione sfocia nel decesso di un detenuto che, martedì sera, avrebbe appiccato un incendio in cella, nella sezione G ‘accoglienza’, rimanendo intossicato. La vittima è un 35enne del Nord Africa in carcere per reati di droga. Lievemente intossicati anche altri detenuti e agenti della penitenziaria. La Procura ha aperto l’inevitabile inchiesta.

Solo lunedì sera c’era stato un altro episodio di violenza: un detenuto magrebino aveva colpito con un pugno un’infermiera che gli stava dando le medicine: la donna era stata trasportata in ospedale. Pochi giorni prima un altro ospite aveva dato in escandescenze in cella, ferendosi, poi - in ospedale -, tirando bende insanguinate verso medici e infermieri e minacciando i pazienti del reparto. A denunciare la morte del detenuto è stato il Sappe. "Siamo amareggiati e arrabbiati – commenta il segretario umbro Fabrizio Bonino –. Questa è una tragedia annunciata ed è anche la conseguenza di una sottovalutazione delle continue sollecitazioni di intervento per il ‘Sabbione’". Secondo il sindacalista l’uomo deceduto è uno straniero con problemi psichiatrici, che ha dato fuoco quello che aveva in cella ed in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalle fiamme e dal fumo. "Non c’erano avvisaglie che avrebbe potuto compiere un tale gesto – continua Bonino – . Era stato assegnato qui dal Provveditorato regionale della Toscana e l’altro ieri aveva avuto una udienza in Liguria". "Il carcere di Sabbione è una polveriera – aggiunge il Sappe – , lo denunciamo da tempo e il timore che qualcosa di irreparabile sarebbe successo si è verificato". "I vertici dell’amministrazione penitenziaria della Toscana, da cui dipende l’Umbria – conclude Bonino – si devono dimettere. Il Dap mandi subito una visita ispettiva in carcere". Per Gennarino De Fazio della Uilpa "in carcere si continua a morire nel disinteresse della politica: sono 65 i deceduti nel 2023, di cui almeno 27 per suicidio. Anche un appartenente alla polizia penitenziaria si è tolto la vita. Torna alla ribalta il gravissimo problema della non gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche da parte del Dap e del servizio sanitario".

Il Garante dei detenuti per l’Umbria, l’avvocato Giuseppe Caforio: "Non si può più assistere a questa strage silenziosa di morti violente nelle carceri e rimanere inermi; la situazione è drammatica". E il senatore Walter Verini (Pd): "A Terni la situazione è esplosiva. Siamo intervenuti più volte, il governo balbetta. Niente per evitare che si trasferiscano a Terni un numero ingestibile di detenuti psichiatrici".