Un tesoretto per chi trova lavoro all’estero

‘Borse’ della Regione Toscana per disoccupati che emigrano nell’Ue. Pochi le usano

Tanti i giovani all’estero: prima per studio poi per lavoro

Tanti i giovani all’estero: prima per studio poi per lavoro

Firenze, 22 aprile 2018 - Per chi cerca lavoro c’è un vero e proprio tesoretto a disposizione, senza limiti di età, sia che si tratti di disoccupati che di inattivi (chi non ha mai lavorato o studenti in cerca di primo impiego). Si può arrivare a ottenere fino a 7mila euro, paga la Regione Toscana grazie alle “Borse di mobilità professionali all’estero” ampiamente sostenute dal Fondo sociale europeo. La condizione? Per l’appunto quella di trovare l’occupazione fuori dai confini nazionali, per la precisione in un Paese dell’Unione Europea o dell’area Efta e cioè Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein.

Soldi contanti che possono davvero rappresentare una boccata d’ossigeno per chi va a cercare fortuna all’estero, eppure finora sono state soltanto sessanta le domande approvate nonostante il bando sia già aperto dal 2017. Forse lo conoscono in pochi, ecco perché la Regione ha iniziato a dicembre una campagna di comunicazione per far sapere ai toscani di questa opportunità, che si potrà sfruttare fino a tutto il 2020. E con molti fondi a disposizione, in media un milione di euro l’anno. Soldi che, se non impiegati, alla fine dei giochi tornerebbero alla Commissione europea. Sarebbe un peccato, anche se in Regione si ricorda che la Toscana da questo punto di vista è virtuosa e non ha mai corso il rischio.

La borsa può dunque arrivare a 7mila euro: di questa somma, 5mila euro costituiscono la dotazione vera e propria, erogata in tranche mensili da 500 euro per chi trova fuor d’Italia un contratto di lavoro vero e proprio o anche di apprendistato, cifra che sale a 750 euro al mese per i contratti di tirocinio. Poi ci sono anche 500 euro per le spese di viaggio e altri 1.500 euro per chi volesse seguire un corso di lingua o di formazione. Grazie alla rivisitazione del bando a novembre scorso alcuni limiti sono diventati meno stringenti e infatti il numero delle domande presentate è cresciuto. Prima era necessario scegliere solamente tra le offerte di lavoro presenti sul portale Eures, adesso invece si può fare ricorso a numerosi altri canali, o anche semplicemente cercare la propria occasione in proprio. Un caso classico: il giovane che trova lavoro in un ristorante a Berlino può fare domanda. O il disoccupato che viene a sapere da un parente in Svizzera della possibilità di andare a lavorare in una fabbrica del posto. E tutti gli altri esempi che vi possono venire in mente.

Basta essere maggiorenni, residenti in Toscana e avere in mano il contratto di lavoro, apprendistato o tirocinio non inferiore a tre mesi o la lettera di impegno allla stipula del datore di lavoro, andare in un Centro per l’impiego della regione per verificare i requisiti e essere inattivo (come uno studente) o disoccupato iscritto a un Centro per l’impiego. La domanda viene approvata in trenta giorni.

«La Regione ritiene che la specializzazione e l’accrescimento delle competenze linguistiche e professionali siano fondamentali per aumentare le potenzialità occupazionali dei toscani – dice Cristina Grieco, assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro – proprio per rispondere in modo più efficace ai fabbisogni del mercato del lavoro che si sta innovando ed internazionalizzando sempre più».