San Rossore, sì alla base nel Parco. Via libera con i voti di Pisa e Viareggio

Il nuovo centro di addestramento dei carabinieri si potrà fare grazie ai pareri favorevoli dei sindaci Conti (Lega) e Del Ghingaro (civico)

Un momento della manifestazione che si è svolta ieri mattina a San Rossore
Un momento della manifestazione che si è svolta ieri mattina a San Rossore

Pisa, 19 settembre 2023 – La base militare nell’area del Cisam, a San Piero a Grado, frazione tra terra e mare del Comune di Pisa nell’area del parco di San Rossore, si farà. Ieri è arrivato, dopo l’intesa romana del 6 settembre, anche il via libera della Comunità di Parco, l’organo collegiale dove siedono i sindaci dei comuni che rientrano nell’area protetta. Ma il dato politico vero è che il Pd è uscito ammaccato da questa vicenda.

E a certificarlo è proprio uno dei suoi sindaci, Sergio Di Maio, primo cittadino di San Giuliano Terme, che insieme al collega di Vecchiano e presidente della Provincia pisana, Massimiliano Angori, ha disertato l’appuntamento: "Questa partita l’ha vinta Conti (Michele, sindaco pisano del centrodestra, ndr), che è riuscito anche a spaccare il Pd. Ma soprattutto l’ha persa il mio partito perché in questi mesi non ha mai discusso di questa vicenda nelle sedi proprie ed è andato in ordine sparso".

«Il centro di addestramento" dei carabinieri, come da oggi lo chiama il Parco, si farà grazie al voto favorevole di Pisa e Viareggio (con l’astensione di Massarosa, che aveva anche la delega per la Provincia di Lucca). È il via libera istituzionale necessario alla Difesa per cercare di reperire i finanziamenti necessari già dalla prossima finanziaria. E i distinguo del presidente provinciale Angori, che pure il 6 settembre aveva sottoscritto il verbale di intesa a Roma ("la documentazione che avevamo chiesto sul progetto è arrivata troppo tardi"), han fatto storcere il naso al presidente della Regione, Eugenio Giani, rimasto da solo dentro la comunità dem, a sostenere l’ipotesi insieme al presidente del Parco, Lorenzo Bani.

"Dispiace sempre - ha commentato il governatore - quando le istituzioni risultano assenti. Da più di un anno lavoriamo a questa ipotesi, abbiamo una buona conoscenza del progetto e tutti gli elementi per dire che è enormemente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale. Parliamo di un centro di addestramento e non di una caserma, peraltro su aree del demanio militare e dunque non soggette al controllo diretto del Parco che ci permetterà di bonificare definitivamente un reattore nucleare degradato in una soluzione che ha le caratteristiche di sostenibilità ambientale e con la possibilità di recuperare gli immobili di pregio a Coltano".

Per Angori , invece, "la documentazione chiesta alla riunione del 6 settembre è arrivata ai nostri enti solo venerdì 15 settembre alle 9.43". Troppo tardi per valutarla. "Senza una descrizione dettagliata dei contenuti del progetto proposto - ha detto - non è possibile creare una base di dialogo, né esprimere un parere ragionato". Amara la conclusione di Di Maio: "La Comunità del Parco si era già espressa contro qualunque ipotesi di insediamento militare dentro i confini dell’area protetta, ma alla fine Regione e Parco ci hanno presentato questa ipotesi senza discussione. Questi organismi servono ancora a qualcosa?".