Cambia la 'divisa' dei guardiani del mare. E Panariello rilancia la t-shirt di Mario

"Ma non è la canottiera che fa il bagnino"

Panariello in 'Mario il bagnino'

Panariello in 'Mario il bagnino'

Firenze, 19 marzo 2019 - Una figura che ha fatto la storia della Versilia. Uomini a volte dai modi bruschi, ruvidi ma dal cuore gentile, dotati di buon senso e amore per il mare che per loro è più che una fonte di vita. Se dici estate in Versilia dici bagnino. Perché in molti sulla battigia ci hanno passato una vita. O si sono costruiti un avvenire di successo. Renato Salvatori, ad esempio, era un ragazzo aitante e sfrontato che a 17 anni stregò Luciano Emmer. Disinvolto e fotogenico quando lasciò Forte dei Marmi per Roma tutti pensavano che fosse il solito attore ‘on the road’, buono solo per un film. Renato, che in realtà si chiamava Giuseppe, invece diventò un divo della commedia all’italiana il quale non rinnegò il suo passato di bagnino. Ora sta per arrivare un momento epocale. Nell’era in cui il look cambia vorticosamente, anche quello dei bagnini potrebbe mutare. Via la canottiera rossa che metteva in mostra un’abbronzatura invidiata e spazio alla maglietta polo e al cappello a larghe tese. Sempre di colore rosso. Lo stabilisce l’Asl Nord Ovest per motivi legati alla prevenzione della salute. Un’esposizione massiccia al sole può creare problemi. I casi di melanoma sono in crescita e quindi meglio prevenire.

L’esigenza di un nuovo look rischia di ridimensionare un po’ la figura del bagnino classico che in Versilia ha costruito la sua fama. Quella del rubacuori pronto a sfoggiare abbronzatura e muscoli invidiabili e far breccia nei cuori di bellezze di ogni età. Chi, in epoca recente, ha sublimato la figura del bagnino versiliese è Giorgio Panariello. Il suo Mario, che da anni furoreggia e sfida anche il passare del tempo, è un’icona. Un mito nato a metà anni Novanta col programma televisivo cult ‘Aria fresca’, fatto di tormentoni entrati nei dialoghi di tutti i giorni e che impersonifica alla perfezione lo storico bagnino versiliese: un po’ spaccone, un po’ saggio. Ma anche di animo generoso. Panariello è profondamente legato a Mario che è parte della sua vita artistica e ha contribuito al suo successo.

Giorgio ha creato e perfezionato il personaggio bagnino da ragazzo e anche adesso lo propone sempre con successo nei suoi show. Allora Giorgio, ma Mario che ne pensa di questo possibile cambio di look per i bagnini? «Mario è un tradizionalista un po’ come tutti i versiliesi e la prima battuta che gli verrebbe di fare sarebbe quella di evitare il cambio del look anche agli ombrelloni e alle sdraio da spiaggia visto che fanno parte della cartolina della Versilia. La canottiera rossa è stata un simbolo ma Mario rivendicherebbe il suo ruolo di precursore, di personaggio trendy. Lui infatti da sempre si presenta in spiaggia in t-shirt bianca. Se vi ricordate nel film ‘Bagno Maria’ il suo rivale palestrato russo tutto muscoli era in canottiera. Quindi Mario è un tipo avanti a tutti, che prevede e ispira le mode. Naturalmente con la sua potenza nei bracci». Ma al di là degli scherzi il provvedimento ha alla base la prevenzione e la tutela della salute di chi lavora sempre sulla battigia «Su questo non si scherza e naturalmente va fatto di tutto per evitare i problemi. Comunque al di là della canottiera o della polo l’importante è che il bagnino sappia fare bene il suo lavoro ovvero salvare chi si tuffa in mare. Pensate che Mario è stato capace evitare l’annegamento di due persone al Forte gettandosi in acqua col l’accappatoio e la ciabatte fatte all’uncinetto dalla Bice, la proprietaria del Bagno Maria. E’ un istintivo ma un vero drago. Inarrivabile».

Giorgio, ma non è che questo cambio di look anticipa la figura di un bagnino sempre più stile Baywatch? «Il bagnino della Versilia e in generale della Toscana non potrà mai essere il fustacchione americano dei telefilm ambientati in California. I personaggi come Mario sono unici e le loro gesta hanno varcato i confini nazionali. Pensate che sono stato ai Caraibi e ho visto due bagnini di pelle nera che lavoravano con maglietta e addirittura pantaloni lunghi. Scrutavano il mare con in braccio la tavoletta. Li ho avvicinati e ho detto loro che ero un attore italiano e che spesso interpreto un bagnino. Si sono fatti fotografare con me e mi hanno chiesto che nome avesse il mio personaggio. Quando gli ho parlato di Mario uno di loro si è messo a ridere. Si chiama così anche lui».