Payback e aumento dell’Irpef in Toscana, Italia Viva si smarca: “Noi non lo voteremo”

Scaramelli: “Chiediamo al Pd di non depositare emendamenti, di non metterci nella condizione di non votarlo”

Stefano Scaramelli. Foto Marco Mori /New Press Photo

Stefano Scaramelli. Foto Marco Mori /New Press Photo

Firenze, 19 dicembre 2023 – “Abbiamo un credito di circa 400 milioni verso gli imprenditori dei dispositivi medici” ovvero di payback e “siamo costretti a dover prendere atto che questi soldi non ci vengono versati. Quindi, una tantum, dovremo far quadrare il bilancio della sanità con un'addizionale Irpef”. Così il presidente della Toscana Eugenio Giani prima dell'inizio dei lavori del Consiglio regionale che deve approvare il bilancio. L'aumento, ha detto, “non tocca i redditi sotto 28mila euro annuo. Per i redditi superiori sarà quella richiesta da progressività delle imposte che ci consentirà di garantire i servizi che la sanità toscana riesce a garantire”.

Netto ilno di Italia Viva: “Vogliamo comunicare la nostra posizione in merito alla sessione di bilancio che sta per iniziare, una sessione delicata. Abbiamo iniziato a discutere il bilancio nelle commissioni e abbiamo sostenuto questa manovra di bilancio regionale che vogliamo continuare a sostenere. Vogliamo essere leali ma vogliamo dire che non siamo disponibili a votare nessun aumento di tassazione tanto meno l'incremento dell'addizionale Irpef che riteniamo sia iniqua, non necessaria e non condivisa”, ha detto il capogruppo di Italia Viva Stefano Scaramelli, prima dei lavori dell'aula. Iv è nella giunta di Giani ed esprime la vicepresidente Stefania Saccardi.

“La nostra posizione è netta - ribadisce Scaramelli - non voteremo l'emendamento e chiediamo al Pd di non depositare emendamenti, di non metterci nella condizione di non votarlo. Lo diciamo prima. Non vogliamo dover votare contro questo emendamento o non partecipare”.

Scaramelli, in conferenza stampa insieme al consigliere Iv, Maurizio Sguanci, ha poi aggiunto che l'emendamento per introdurre l'aumento dell'Irpef "non lo abbiamo ancora visto, non è ancora stato presentato. Sicuramente noi non voteremo a favore di questo emendamento. Chiediamo a Giani di fermarsi e di approvare il bilancio così com'è, così come è arrivato nelle commissioni e noi lo voteremo”.

Scaramelli ha poi detto che la Toscana vanta un credito da payback che penso "possa essere riscosso nei prossimi quattro mesi, senza la necessità di aumentare le tasse ai cittadini toscani. Penso che Giani e Bezzini, dovrebbero lavorare nei prossimi mesi per fare il massimo possibile per far pagare questo credito da parte delle aziende o del Governo, penso che sia un tentativo che deve essere fatto. Non ravvisiamo l'urgenza di questo provvedimento”.

" Noi - ha concluso Scaramelli – non scappiamo dalla maggioranza, gli impegni si mantengono, ma lo si fa stando nel merito delle questioni. Prima di chiedere un sacrificio ai cittadini dobbiamo lavorare per riscuotere quel credito che è un diritto della Toscana. Il Governo non può scappare dalle proprie responsabilità”.

"Per certa sinistra – dice invece l’europarlamentare Nicola Danti – l’aumento delle tasse rappresenta un elemento di grande fascino. Lo sappiamo bene. E davanti a questa ipotesi spesso l’eccitazione fa perdere a taluni politici il lume della ragione. Pensiamo che i toscani, come del resto tutti gli italiani, paghino troppe tasse. Per questo riteniamo inammissibile ogni manovra che preveda un aumento della pressione fiscale. Forse il mio omonimo, segretario regionale di Sinistra italiana, non sa che sono proprio i deboli e le famiglie da lui definite in definite “normali” a essere le prime vittime di questa situazione. Abbiamo chiesto il voto dei toscani promettendo che non avremmo aumentato le tasse. Siamo persone a cui piace rispettare la parola data. Quando Renzi ha governato ha abbassato le tasse, migliorato i conti pubblici e garantito diritti civili. I ricchi non hanno pianto, come auspicano dalle parti della sinistra radicale, e gli altri sono stati meglio. Questa è la differenza tra una visione riformista europea e una ricetta scritta a caratteri cirillici che nessuno condivide più”.