L’archistar livornese firma il Porsche Center

L’inarrestabile ascesa di Antonio Gioli, milanese di adozione ma con il cuore amaranto. Il 14 ottobre sarà all’Arsenale di Pisa

Antonio Gioli

Antonio Gioli

Livorno, 12 ottobre 2021 - Prima ha progettato la casa di Amazon a Milano, poi ha forgiato a Castrezzato, in provincia di Brescia, il Porsche Experience Center Franciacorta, 559.000 metri quadri60 ettari e un investimento da 28 milioni di euro, il più grande al mondo. Il marchio è Gbpa Architects dell’architetto livornese Antonio Gioli e di Federica De Leva. Il 14 ottobre alle 15,30 Gioli interverrà alla Biennale architettura di Pisa sul tema ’Ripensare lo spazio del lavoro: caso studio - Viale Regina Giovanna 27-29".  

Il Covid ha imposto un ripensamento anche degli spazi di lavoro. Cosa è cambiato con la pandemia? "L’ambiente di lavoro è diventato un luogo di incontri. Prima era molto circoscritto alla scrivania, ora si lavora da altri parti, in compagnia del tablet o del computer, lo ’smart office’". Sono contrastanti le opinioni sulla qualità del lavoro in smart working. Lei che ne pensa? "Direi che la qualità è migliorata e gli spazi sono diventati ambienti di riunione e incontri anche informali. Le grandi terrazze o i giardini, prima poco utilizzati, sono invece stati valorizzati". L’Italia ha copiato modelli esistenti? "Lo smart working è tipicamente anglosassone, americano. Già nella progettazione dell’edificio Amazon, fatto nel 2017 in tempi preCovid, abbiamo sviluppato temi legati a questa modalità di lavoro". La creatività italiana, come dimostra l’architetto Gioli, ha fatto anche in questo caso la differenza imponendo progetti che vengono presi come esempio in tutto il mondo. E per Livorno è un orgoglio poter vantare questo brillante architetto che si è imposto in un ambiente estremamente competitivo. Architetto, lei vive a Milano dall’87 ma spesso torna a casa. Cosa le manca di Livorno? "L’orizzonte". Sorride. "Mi manca il mare ma anche l’orizzonte inteso come spazio. A Milano questa percezione non c’è". Di che cosa ha bisogno Livorno da un punto di vista architettonico? "Livorno ha già tutto, posizione strategica, clima ottimo, mare splendido, è in Toscana. Forse non ha la spinta a valorizzare quello che ha. E’ una città dove si sta bene e questo è anche il suo limite. La città ha tante potenzialità, va solo ’ripulita’". Le piacerebbe tornare a lavorare ’vista mare’? "Sì, ho una mezza idea di aprire un ufficio anche qui...". La aspettiamo.