Almanacco del giorno: 18 ottobre 1886, viene pubblicato il libro Cuore

Edmondo De Amicis, che collaborò con ‘La Nazione’, anticipò il suo racconto sulle pagine della Nuova Antologia

Cosimo Ceccuti mostra la Nuova Antologia dove De Amicis anticipò il libro ‘Cuore’

Cosimo Ceccuti mostra la Nuova Antologia dove De Amicis anticipò il libro ‘Cuore’

Firenze, 18 ottobre 2021 - Era il 18 ottobre del 1886 quando venne pubblicato per la prima volta ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis, uno dei più importanti libri per ragazzi della letteratura italiana. Perfettamente inquadrato nel clima postunitario, per celebrare i valori del Paese da poco unificato, De Amicis scelse non a caso una scolaresca, che accoglieva bambini provenienti da diverse regioni e di estrazioni diversa, destinati a crescere assieme. Luogo ideale per rappresentare l’Italia dell’epoca con i suoi valori e gli ideali nazionali.

A raccontare cosa accadeva in una terza elementare di Torino, è lo studente Enrico Bottini, di una ricca famiglia torinese. È lui che, nel suo diario, ci fa conoscere i suoi compagni di classe: il 14enne Garrone, il più alto e grande di tutti e simbolo della bontà d’animo, sempre pronto a proteggere i più deboli, come Nelli, il piccolo gobbo, schernito da tutti. Il muratorino, chiamato così perché figlio di un muratore, descritto con il ‘muso da lepre’, che si ammalerà gravemente ma riuscirà a riprendersi anche grazie al conforto di Garrone. Ernesto Derossi, il più bravo, bello e ricco della classe, emblema della gentilezza. E poi c’è Stardi, il principale avversario di Derossi nello studio, che rappresenta la testardaggine. Tanti ragazzi, ognuno con le sue storie e le proprie difficoltà familiari alle spalle, come Carlo Nobis, figlio di un papà superbo e arrogante. O come Pietro Precossi, figlio del fabbro ferraio, che veniva picchiato dal padre disoccupato e alcolizzato, che decise però di disintossicarsi quando scoprì che il figlio aveva vinto un premio scolastico.  O come Luigi Crossi dai capelli rossi e il braccio paralizzato, il cui padre assente non era in America bensì in prigione. E di contro a Coretti, esempio di rettitudine, figlio di un veterano delle guerre d’indipendenza, che aiutava il padre in bottega e accudiva la mamma malata, c’era Franti,  il personaggio negativo del gruppo. Completato da Garoffi, con il naso a becco di civetta, Votini profondamente vanesio ma dotato di grande umanità, e Coraci, il ragazzo calabrese immigrato. Sulla cattedra del maestro Perboni ammalato, la cui unica famiglia era la scuola, siederà per alcuni giorni la maestrina dalla Penna Rossa, chiamata così per la piuma che porta sul cappello, e che secondo varie fonti, sarebbe l’unico personaggio dietro cui bisogna riconoscere una figura storica, la maestra Eugenia Barruero che visse realmente a Torino.

Ogni mese nel diario trova spazio il racconto che il maestro dettava a tutta la classe, con protagonisti loro coetanei capaci di compiere atti eroici e patriottici, come ne ‘Il piccolo patriota padovano’, ‘La piccola vedetta lombarda’ o ‘Il piccolo scrivano fiorentino’. Grazie al suo spaccato d’Italia fatta di eroismi, buoni sentimenti, amore di patria e rispetto per istituzioni e genitori, il libro conquistò subito pubblico e critica. Ma prima che venisse stampato dalla casa editrice Treves, l’autore affidò questo suo lavoro a una storica e prestigiosa rivista fiorentina. “Edmondo De Amicis, il 1 ottobre 1886, anticipò nelle pagine della Nuova Antologia il suo racconto ‘Cuore’, che sarebbe divenuto estremamente popolare – spiega Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia -. L’anticipo fu rappresentato da un racconto intercalato alla narrazione principale, ‘Dagli Appennini alle Ande’. In particolare l’autore intendeva sondare attraverso la più autorevole rivista letteraria italiana, la reazione della pubblica opinione, che fu assai positiva. Tant’è che pochi mesi dopo, nello stesso anno, fu pubblicato il volume che sarà tra i più popolari della nostra letteratura ottocentesca. La collaborazione di De Amicis alla Nuova Antologia era iniziata nel 1868, due soli anni dopo la nascita della rivista ( 1866, in Firenze Capitale). Sappiamo che proprio nel ‘68 De Amicis aveva pubblicato la Vita Militare che gli aveva procurato un ampio successo”.

“Frequentatore del salotto di Donna Emilia Peruzzi – spiega Cosimo Ceccuti - centro della vita politica e culturale di Firenze Capitale, negli anni ‘70 era corrispondente all’estero del nostro quotidiano La Nazione. In ‘Cuore’, i problemi nazionali trovarono il loro specchio, il loro riflesso, la loro trasfigurazione pedagogica e lirica: l’amore del libro, l’amore della Patria, l’amore dell’umanità (le tre grandi forze della pedagogia laica) furono portati da De Amicis ad un grado di tensione e di vibrazione quale non sarà mai più raggiunto. L’anticipazione dei grandi capolavori è una caratteristica della Nuova Antologia, solo alcuni nomi: due anni più tardi, 1888, Giovanni Verga pubblicherà a puntate ‘Mastro Don Gesualdo’ ed anticiperà ‘I Malavoglia’.  All’inizio del secolo i racconti di Grazia Deledda, poi Luigi Pirandello presenterà ai lettori i suoi capolavori, da ‘Il fu Mattia Pascal’ a ‘Così se vi pare’. Più avanti nel tempo, limitiamoci a ricordare ‘Le sorelle Materassi’ di Aldo Palazzeschi e ‘Il Mulino del Po'’ di Riccardo Bacchelli, apparsi interamente a puntate sulla prestigiosa rivista. Una testata cara a Luzi, Montale, Bobbio, fino a Claudio Magris, che ha accompagnato per oltre 150 anni la storia culturale e civile del nostro paese".

Come disse Indro Montanelli: “De Amicis trascorse la vita a tentare di fare della scuola un allevamento di galantuomini e di buoni cittadini”. Per chi vuole ritornare bambino, e rivivere i primi anni di una scuola antica, fatta di banchi, campanelle, zaini, cartelle, quaderni e calamai, basta che riapra il libro Cuore. Le porte della classe si riapriranno con la prima pagina e la scolaresca di Garrone, Coretti e Derossi diventerà ben presto una famiglia. Il ‘Signor Mestro’ siederà sulla cattedra, pronto ad insegnare, insieme alla storia e alla geografia, i buoni sentimenti. A far di conto, a scrivere, a voler bene, ma soprattutto ad affrontare gli infiniti esami e le lezioni, belle e brutte, della vita.  

Nasce oggi

Norberto Bobbio nato il 18 ottobre 1909 a Torino. È stato filosofo, giurista, politologo, storico e senatore a vita. Considerato uno tra i massimi teorici del diritto e uno dei massimi filosofi italiani della politica del Novecento. Ha detto: “Ho imparato a rispettare le idee altrui, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare”.

 

Maurizio Costanzo