
Firenze, 11 novembre 2023 – Giornate complesse, fra fanghi da spalare e rubinetti da riattivare, per Publiacqua, società che gestisce il servizio idrico in provincia di Firenze, Prato e Pistoia. A fare il punto, il presidente, Nicola Perini, in campo dal primo minuto dell’emergenza.
Qual è stata la prima emergenza che avete affrontato?
"Il primo sforzo è stato restituire il servizio idrico compromesso dagli effetti dell’alluvione. Abbiamo messo subito in campo le autobotti, ma alcune non potevano passare perché le strade erano alluvionate o intasate. Anche i vigili non sempre potevano assisterci perché impegnati nelle varie criticità. Raggiungendo poi i nostri impianti per rimetterli in funzione, ne abbiamo trovati alcuni alluvionati, come a Carmignano. Spesso le fonti sono risultate sommerse, i tubi spezzati, come per il sottoattraversamento della condotta che, dalla Val di Bisenzio, porta l’acqua a Prato. Nello stesso tempo dovevamo effettuare le analisi dell’acqua per verificarne la potabilità. Sabato sera la maggior parte delle criticità era stata comunque risolta e domenica abbiamo attivato un intervento che ha dato sollievo alla zona nord di Prato".
Polemiche sui ritardi: come rispondete?
"Non mi interessa rispondere a chi, forse sopraffatto da eventi eccezionali, non si rende conto dello sforzo organizzativo collettivo necessario in questo momento. Lascio parlare gli interventi. Ringrazio i nostri lavoratori, che da giovedì sono impegnati giorno e notte, in alcuni casi pur avendo le proprie abitazioni alluvionate".
Qual è la situazione delle fognature?
"Abbiamo dirottato tutti i mezzi disponibili a pulire le caditoie nei comuni alluvionati, sospendendo il servizio altrove. La pulizia si accompagna a una prima verifica su eventuali problemi di ristagno e ostruzioni. Non è un lavoro semplice: nelle fognature, portato dalle acque alluvionali, è finito materiale che non deve essere presente e lo stesso fango diventa un tappo la cui asportazione è complessa. Molte strade poi sono ancora piene di fango... Infine, le ostruzioni possono essere distanti dalle aree alluvionate e trovarle non è sempre immediato".
Sorpresi dall’ordinanza con cui la Regione vi ha incaricato del recupero dei sedimenti?
"Da venerdì 3 abbiamo partecipato a tante riunioni organizzate dalla Regione per gestire l’emergenza. Alle 19 di lunedì 6 è uscita l’ordinanza, preannunciata alcune ore prima, tanto che avevamo già preso contatti con le ditte. Martedì abbiamo fatto i contratti e individuato le aree di scarico. Mercoledì eravamo operativi in un’attività nuova e complessa. Oggi abbiamo 40 mezzi in azione; da lunedì, se necessario, saranno 50".
Come mai solo lunedì è emersa l’esigenza di intervenire?
"La necessità era già emersa, ma il lavoro non poteva essere svolto nelle strade piene di acqua, fango e rifiuti. In un’emergenza gli interventi sono necessariamente scadenzati: non è possibile fare tutto e subito".
Bollette sospese: quali novità?
"Come deciso da Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) sono stati sospesi i termini di pagamento delle fatture emesse o da emettere con scadenza dal 2 novembre per le abitazioni e le imprese colpite dall’alluvione, compresi i costi relativi all’allacciamento, all’attivazione, alla disattivazione, alla voltura o al subentro. Agli utenti saranno inviate le fatture con le informazioni sulle modalità di sospensione. Arera fisserà poi la durata del provvedimento. Abbiamo deciso di continuare a fatturare, anche in ottica di trasparenza, per far conoscere ai cittadini i costi che, in futuro, saranno loro addebitati, anche se ci sono agevolazioni allo studio. Andranno incontro a chi, costretto a pulire le abitazioni con l’acqua del rubinetto, ha avuto consumi rilevanti".