MONICA PIERACCINI
Cronaca

Alluvione in Toscana, i danni alle imprese: "Settore moda in ginocchio, servono ristori rapidissimi"

L’analisi del presidente dell’Irpet Nicola Sciclone: "I ritardi fermerebbero la ripartenza". Danni per circa 660 milioni per le famiglie (abitazioni, auto, elettrodomestici e mobili)

Firenze, 19 novembre 2023 – L’alluvione di oltre due settimane fa ha provocato oltre 2 miliardi di euro di danni a imprese e famiglie, un valore superiore all’1,5% del Pil della regione. La stima è di Irpet, l’istituto regionale per la programmazione economica della Toscana, che ha condotto una rilevazione su aziende e abitanti che ha riguardato 65 comuni. I danni maggiori li hanno subiti le imprese, oltre 1,3 milioni di euro, mentre i restanti 661 milioni sono quelli che hanno colpito le famiglie, tra quelle che hanno avuto la casa completamente inagibile (con 4,3 milioni di euro di danni), e quelle che invece dovranno risistemare abitazioni, garage e cantine (altri 527 milioni) o sostituire mobili, elettrodomestici, auto e motorini (129 milioni). Una mazzata che si è abbattuta sull’economia toscana. Colpite dall’alluvione, spiega il direttore di Irpet, Nicola Sciclone, "soprattutto le aziende del settore moda".

I danni rallenteranno la ripresa di questo settore?

"La moda, anche dal punto di vista della dinamica congiunturale, soffre già un rallentamento, causato dalla diminuzione della domanda interna ed estera, ma anche da una serie di eventi e fenomeni che sono fuori dal nostro controllo, come il clima di sfiducia di famiglie e imprese e l’alto costo del denaro".

Quante sono le aziende che hanno subito danni?

"Nel complesso sono circa 4.400, secondo la nostra stima, con danni più o meno gravi, per un ammontare di un miliardo e 340 milioni, di cui i costi diretti sono la quasi totalità e ammontano a un miliardo e 189 milioni, così suddivisi: 97,3 milioni di danni ai magazzini, 984 milioni di danni a fabbricati e macchinari e 108 milioni per l’interruzione delle produzioni. A questi vanno aggiunti i costi indiretti, pari a 151 milioni, per l’interruzione di filiere e scambi commerciali".

Avete stimato un mese di stop alla produzione. Sarà sufficiente?

"Dipende. Ancora non sono arrivati i ristori per le alluvioni di maggio in Emilia Romagna. Ci sono una serie di pratiche burocratiche che in genere rallentano questi processi. L’auspicio è che il blocco produttivo non si trasformi in un blocco permanente o in una prolungata sospensione. Speriamo anche che questo danno non implichi una revisione al ribasso degli investimenti, il che rischierebbe di compromettere la produttività e redditività futura delle imprese, ma anche dell’intero settore moda".

Come scongiurarlo?

"Ci vuole rapidità. Rapidità nell’erogare i rimborsi e nel mettere in campo prestiti agevolati o a zero interessi per ricostruire i fabbricati compromessi, e bisogna agire con ancora maggior rapidità su quel nucleo di imprese che hanno subito i danni più gravi e dunque hanno più urgenza di ottenere rapido aiuto".

Quanto incideranno questi danni sul Pil toscano?

"Focalizziamoci per ora sulla ripartenza. Per esempio i consumi, che per riparare i danni subiti dovrebbero aumentare. Si possono prevedere anche maggiori spese per le infrastrutture del territorio, che nella nostra stima non sono conteggiate. E poi, ripeto, molto dipenderà dai ristori".