I primi 60 anni di Aidda. "Il ruolo delle donne nell’impresa può fare la differenza"

Il compleanno è stato festeggiato a Torino, dove l’associazione è nata nel 1961, alla presenza della ministra Elena Bonetti e di una vasta platea di imprenditrici e dirigenti d’azienda

Il sessantesimo dell'Aidda

Il sessantesimo dell'Aidda

Torino, 22 maggio 2021 - Un compleanno speciale per Aidda, la più antica associazione di imprenditrici italiane, nata a Torino nel 1961. Sono stati festeggiati oggi infatti, proprio nel capoluogo piemontese, i sessant’anni del’associazione, alla presenza della Ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, della sindaca di Torino Chiara Appendino, della Chair del W20 Linda Laura Sabbadini. Un compleanno festeggiato davanti a una platea di imprenditrici e dirigenti di azienda che per la prima volta dopo mesi di restrizioni hanno potuto ritrovarsi fisicamente a riflettere sul futuro del nostro Paese.  

Dopo i saluti della Ministra Bonetti è intervenuta la sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha affermato come “per le donne è più difficile fare politica, fare le imprenditrici, è più difficile esporsi. Chiediamoci il perché. Molte donne non sono libere di scegliere, perché oggi vivono in una società in cui sulle stesse donne c’è un carico maggiore. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, anche grazie ad associazioni come Aidda, ma la battaglia deve essere di tutte la società, perché se c’è più inclusione, c’è più capacità di raggiungere gli obiettivi ed è più giusto”. 

Ad aprire i lavori la Presidente della delegazione Piemonte di Aidda, Marisa Delgrosso e la Presidente nazionale di Aidda, Antonella Giachetti che nella sua relazione introduttiva ha parlato di “un momento importante per le imprenditrici e per Aidda che nel corso di questi decenni hanno creato e sostenuto l’economia del nostro Paese. Oggi ci sono temi urgenti da affrontare e la pandemia che si è rivelata un flagello ma anche una opportunità per cambiare, ce lo ha confermato. Sono emerse le fragilità dell’essere umano e del sistema. La nostra società deve prendersi cura del nostro pianeta e delle persone, intervenendo collettivamente e individualmente. Oggi il futuro è visto più come una minaccia che con speranza”.

“È necessaria una ecologia economica. Non c’è economia senza ecologia, semplicemente perché non sarebbe economico. Nel corso di questi anni ci siamo dimenticati di contabilizzare i costi creati da noi stessi, e che oggi stiamo pagando. In questo senso il ruolo delle donne diventa fondamentale perchè possono portare una nuova dimensione. La valorialità femminile può davvero fare la differenza, non solo ai vertici ma anche in postazioni meno apicali, perché senza siamo destinati a mettere in discussione il nostro futuro. Così come è necessario rivedere la composizione del nostro Pil, digitalizziamo, innoviamo usiamo tecnologie nuove, ma la componente umana deve rimanere centrale”. 

Linda Laura Sabbadini ha sostenuto che “bisogna fare i conti con la resistenza culturale che esiste, in particolare, nel nostro paese. Dobbiamo sapere ad esempio che al sud più del 60% delle donne laureate lavora, contro poco più del 20% di chi ha la licenza media. Dobbiamo abbattere questi stereotipi culturali, spesso inconsapevoli, investendo sulle persone fin da bambini, con una formazione continua. Dobbiamo dire basta- ha detto la Sabbadini – ai libri di testo dove le donne sono rappresentate come casalinghe e gli uomini come dei capi. Serve una rivoluzione culturale.”

La Chair del W20 si è poi soffermata sul Global Health Summit svoltosi ieri a Roma, sottolineando l’importanza della Dichiarazione di Roma, ma anche la mancanza di attenzione per la medicina di genere, perché deve essere al centro della discussione. Vaccini, farmaci dobbiamo sapere che hanno reazioni diverse tra uomo e donna. Attualmente la medicina è androcentrica. Laura Sabbadini ha concluso sottolineando come in Italia sulla parità di genere la democrazia sia menomata.

Nel Pnrr è affrontata solo inizialmente che va vista come solo un punto di partenza”.  Nel corso dell’incontro è intervenuto Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte che ha sottolineato come l’imprenditoria femminile sia parte importante di un cambiamento inteso non solo come opportunità ma come necessità per il futuro. Per la Sherpa del W20 Martina Rogato invece, “è necessario parlare di aziende responsabili che fanno un percorso di sostenibilità, vista come pratica di business importante per creare valore. Le nuove generazioni ci chiedono più sostenibilità, non solo come cittadini ma come fattore necessario anche per gli investitori e per il mondo finanziario in generale”.  

All’evento sono intervenute anche altre personalità del mondo della politica, dell’economia, della cultura e della società come  l'assessore al Bilancio e alle Attività Produttive Regione Piemonte, Andrea Tronzano, il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay, Andrea Casini Head of Corporate Italia di UniCredit, il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, l’ambientalista Grazia Francescato, la filosofa e teologa Antonietta Potente, l’imprenditrice Barbara Graffino, l’economista Marco Magnani, la Head of Group social impact banking Unicredit Laura Penna,  la Vice Rettrice dell’Università di Torino Maria Lodovica Gullino, la Head of delegation W20 Elvira Marasco. I diversi panel sono stati moderati dalla Direttrice di Io Donna Danda Santini, dal vice direttore de La Stampa Marco Zatterin e dalla vice presidente Unione industriale di Torino, Anna Ferrino.

Maurizio Costanzo