"Ogni proposta di legge, dovrebbe portare con sé una copertura finanziaria certa. Quella del Pd, ma anche l’ipotesi della Giunta regionale, di alzare l’ammontare del fondo sanitario al 7,5 per cento del Pil, rimane aleatoria nelle cifre (‘e ci siamo tenuti bassi’ ha fatto capire il capogruppo Dem in Commissione) anche nell’obiettivo di fare leva per la copertura sul sommerso, dunque sull’evasione fiscale, che esiste, ma il cui recupero non è quantificabile a priori. Ci pare dunque una proposta strumentale che viene a pochi mesi dalle elezioni Europee e che punta a gettare discredito sul Governo, senza guardare indietro ai tagli fatti dai precedenti" dicono il vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Andrea Ulmi e la capogruppo Elena Meini della Lega sulla proposta di legge del Pd.
Replica il capogruppo del Pd in consiglio regionale toscano Vincenzo Ceccarelli: "La Lega deve avere il coraggio di dire quello che pensa sulla sanità pubblica con chiarezza, senza nascondersi dietro alle parole. Se davvero crede nella necessità di difendere il servizio pubblico deve votare la nostra proposta legge con la quale chiediamo che si fissi un criterio oggettivo e tecnico e non politico per determinare le risorse minime da destinare ogni anno al fondo sanitario nazionale. Dire che il Pd fa solo un’azione politica perché non dice le cifre esatte è motivazione davvero debole. Nella nostra proposta di legge sta scritta una cifra molto chiara: 7,5% del Pil nazionale". "Tra l’altro non ci siamo levati dalla testa questa cifra - sottolinea ancora Ceccarelli - ma abbiamo raccolto l’appello della Corte Conti e aumentato lievemente quello che era il livello a cui si era tornati in epoca Covid. Sappiamo tutti che nel decennio precedente la spesa sanitaria , come molti altri settori della spesa pubblica, era stata oggetto di tagli fatti indistintamente da governi di destra e di centro-sinistra".