
L’ombelico del mondo di Goran "Noi, un pericolo per la nostra terra"
di Andrea Spinelli
Goran ricomincia da Goran. Sei anni d’attesa per tornare in concerto col materiale di un nuovo album sono tanti, ma il Bregović di “The belly buttom of the world” sembra intenzionato a farsi perdonare il ritardo con l’irrinunciabile sostegno della sua Wedding and Funeral Band e dei mondi sonori traversati in mezzo secolo di cammino. Però, non subito. "Il nuovo disco ha bisogno di una formazione speciale, integrata da orchestra e coro, quindi, lo porterò in concerto per intero più avanti” anticipa il musicista bosniaco (di madre serba e padre croato) parlando della rentrée umbra di domenica prossima (alle 18) sul piazzale della Rocca Maggiore di Assisi. "A ‘Suoni Controvento voglio divertirmi e divertire, quindi ho messo a punto un programma di brani vecchi e nuovi tutti da ballare perché… è estate"”.
Uscito a maggio, “The Belly Buttom of the World” si compone di tre racconti lirici basati su liturgie cristiane, ebraiche e musulmane.
"Già. È nato su commissione della Basilica di Saint Denis di Parigi. Cinque brani registrati durante la pandemia, scritti per tre violini solisti, orchestra, sestetto di voci maschili e la Wedding and Funeral Band"..
Perché tre violini?
"Perché sono le tradizioni più importanti nell’utilizzo dello strumento: quella classica, quella kletzmer e quella araba. Li suonano una serba, Mirjana Nesković, un israeliano, Gershon Leizerson, e un tunisino, Zied Zouari".
Perché “L’ombelico del mondo”?
"In questo periodo ci si chiede tanto se l’intelligenza artificiale sia pericolosa o no per l’umanità. Io penso che l’intelligenza dell’umanità sia pericolosa per l’umanità stessa. Per questo sulla copertina bacio il ventre di una donna incinta su cui è tatuato il nostro mondo. Il pianeta è la nostra madre e noi continuiamo a comportarci come dei figli irresponsabili. Bisognerebbe ringraziarlo di sopportarci ancora".
C’è già un nuovo disco all’orizzonte intitolato “Fai tutto quello che vuoi”.
"Probabilmente, senza Covid, un progetto complesso come ‘The Belly Buttom of the World’ non sarebbe mai nato. Tenendo qualcosa come cento concerti all’anno non ne avrei avuto il tempo. Penso che tutti gli artisti durante la pandemia abbiano abbozzato almeno un paio di dischi. Io ho messo nel cassetto pure questa raccolta di canzoni, che conto di pubblicare l‘anno prossimo".
Sta lavorando pure alla colonna sonora di un film su Amedeo Modigliani.
"Sì, ma, anche se racconta sempre del pittore livornese, non è quello di Johnny Deep con Riccardo Scamarcio e Al Pacino Sto componendo pure alle musiche di un film serbo sui gitani e la loro vita e di uno americano in cui si racconta la storia di un trapiantato di cuore che, per via dell’innesto, inizia a vivere la vita del donatore".