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Arezzo, 30 giugno 2025 – Metti una sera d'estate sulla terrazza di Fraternita in Piazza Grande a parlare di indizi ed indagini in un luogo che per decenni è stato deputato proprio a questa attività, quando il Tribunale di Arezzo era ospitato all'interno del palazzo settecentesco. Nelle sue stanze sono passati i più importanti processi e le più importanti indagini della storia della nostra provincia: da quelli legati all'economia della pubblica amministrazione, a delitti efferati, a grandi eventi negli anni di piombo con il terrorismo nero che aveva coinvolto il territorio e tanti personaggi della nostra terra. Ma non sarà quella di mercoledì prossimo alle 21,00, una serata dedicata alla storia contemporanea: sarà un viaggio dedicato alle origini lontanissime dei ragionamenti basati su segni, indizi e congetture, che però diventano fondamentali anche per comprendere cosa è rimasto nella procedura penale di oggi, e come gli inquirenti si muovono ancora ora grazie proprio allo sviluppo che in più di duemila anni queste attività hanno avuto partendo dalla culla della civiltà: l’antica Grecia.
Al centro della sempre affascinante Terrazza di Fraternita, l'autore di una pubblicazione dal valore storico culturale, depositario di spunti e radici che troviamo ancora nelle corde degli inquirenti del XXI secolo: il professore Emanuele Stolfi, ordinario presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Siena, ove insegna “Fondamenti romanistici del diritto europeo”, “Diritti greci” e “Diritto e letteratura”, e dove in passato ha diretto il Dottorato in “Diritto europeo e transnazionale”.
Con l’autore del libro Indizi e indagini in Grecia antica. Attività giudiziarie, storiografia, medicina si confronteranno Francesco De Prizio e Tommaso Muiesan. La serata, organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo senese e dalla Fraternita dei Laici di Arezzo, è aperta a domande e contributi del pubblico, in una serata di particolare attrazione per avvocati, magistrati, storici e medici, ma destinata a tutti i cittadini grazie alla capacità di Stolfi di rendere comprensibile e accattivante una materia che potrebbe apparire di particolare complessità.
“Nell’Atene del tardo V secolo a.C. irrompe una razionalità nuova – spiega Stolfi - che alla ricerca del ‘vero’ affianca o sovrappone ricerche condotte su segni, indizi, prove. Una logica che non può fornire certezze, ma si esprime tramite congetture e previsioni; procede tramite valutazioni di adeguatezza, verosimiglianza e probabilità. Dalla teoria e prassi retorica (soprattutto in campo giudiziario) alla filosofia e alla poesia tragica, dalla storiografia alla medicina, è un’intera cultura che negli stessi decenni sperimenta e affina simili forme d’intelligenza, realizza spostamenti, delinea modelli di indagine sui metodi e sui fondamenti della conoscenza scientifica, destinati a lunghissima fortuna. Questo libro – conclude l’autore – si propone di seguirne sviluppi e interazioni, nei vari ambiti del sapere e in diretto confronto con la scrittura degli antichi.” La Prefazione del libro è stata scritta dal Presidente emerito della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio.