ANTONIA CASINI
Cosa Fare

La battaglia per la vita di Simona: "Chi vive in sedia a rotelle viene emarginato dai concerti"

La pisana Ciappei ha fondato una communcity "sottoilpalcoanchio" per garantire una postazione migliore alle grandi rassegne. La ministra Locatelli: "Disponibile a parlarne".

La battaglia per la vita di Simona: "Chi vive in sedia a rotelle viene emarginato dai concerti"

La battaglia per la vita di Simona: "Chi vive in sedia a rotelle viene emarginato dai concerti"

La musica è vita, i concerti l’energia. "Ma io, solo perché sono in sedia a rotelle non ho il diritto di acquistare un biglietto gold, no, non esiste un’area sotto il palco. Per me lì, non c’è posto". Adesso, però, la battaglia della pisana Simona Ciappei, disabile (ha una malattia neurologica), è arrivata fino a Roma: è stato istituito un tavolo ministeriale proprio sull’accessibilità dei grandi eventi musicali. Un risultato che si deve anche all’impegno di Supersimo che ha fondato una community sottoilpalcoanchio con oltre 20mila follower. Proprio in questa pagina ha pubblicato una lettera rivolta alla ministra Alessandra Locatelli che ha messo "mi piace" al messaggio. "Visto che ha deciso di trattare l’argomento concerti per le persone disabili, sappia che non solo ne sono contenta, ma anche che mi rendo disponibile nel parlarne. Sono sempre stata amante dei concerti e conosco, ahimè, molto bene le differenze (anzi, le discriminazioni!) che una persona disabile deve subire. Sì, perché ho vissuto i concerti da sana sulle mie gambe, prima, e in sedia a rotelle, dopo – scrive nel post – E il mio obiettivo è una legge che regolamenti la materia. Quindi, grazie".

Simona è una mamma di 46 anni con una grande passione, la musica e le manifestazioni dal vivo dei suoi cantanti: negli anni ha incontrato Elisa, Vasco, i Thirty Seconds to Mars... Ma il percorso verso una serata di buona musica è pieno di ostacoli, fisici e non. Pochi posti riservati, pedane relegate negli angoli con scarsa visibilità e lontani dal palco. Accompagnatori costretti a stare spesso in piedi. E lunghissime trafile prima e dopo.

Simona, qual è la difficoltà più grande?

"Gli organizzatori cercano di guadagnare il più possibile, è comprensibile, sono privati che hanno un bilancio a fine anno, ma non possono esserci discriminazioni. Occorre cambiare l’impostazione pensando fin da subito all’accessibilità".

Qual è la scusa più gettonata?

"La sicurezza, ma vi dico che non è così e che un’area sicura la si crea dove si vuole. Se non vi fidate di me approfondite andando a chiedere a un qualsiasi vigile del fuoco che si occupa di sicurezza ai concerti".

Il suo scopo?

"Continuo a impegnarmi affinché non esistano fan di serie A e di serie B e le persone disabili possano riprendersi la propria libertà di scelta e la propria dignità in quanto esseri umani perché un concerto dovrebbe essere divertimento, aggregazione, condivisione e, soprattutto, dovrebbe allontanare i pensieri negativi per dar spazio alla leggerezza".

L’artista più sensibile all’argomento che ha trovato fino a ora?

"Stash dei The Kolors che ci ha messo la faccia. Il gruppo era ospite di una trasmissione radio e io avevo vinto la possibilità di partecipare. Ma, quando l’organizzazione ha saputo che ero sulla carrozzina, mi è stato comunicato che non avrei potuto più esserci. Lui si è speso molto e, alla fine, grazie a questo cantante e alla mia determinazione ce l’ho fatta, sono stata spettatrice dal vivo".

Ecco, e che cosa le chiedono gli altri spettatori?

"Quando sono a un evento e mi lamento, in molti si meravigliano: ’Ma, come’ - mi dicono - ’perché non puoi stare anche te vicino al palco?’. Tanti non lo sanno. Ed è per questo che è fondamentale spiegare, far conoscere questo mondo. In occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità (il 3 dicembre), sarò tra i relatori per un convegno della scuola Sant’Anna (il primo dicembre) sui diritti. Si parlerà anche dei concerti".

Il suo sogno?

"Ho una foto di uno dei concerti estivi al Circo Massimo a Roma che mostra la visuale che avevano le persone disabili. Si nota il palco in lontananza attraverso le reti. Le persone tutte insieme giù a far festa all’interno del Circo e i disabili fuori, spettatori paganti ma indegni. Vorrei che questo non accadesse più".