FEDERICO D’ASCOLI
Cosa Fare

Fra politica e arte . Tutti i colori di Fanfani. I suoi dipinti in mostra

A Sansepolcro le opere dell’ex leader Dc a un quarto di secolo dalla scomparsa. Spaziava dai paesaggi alle nature morte. Si ispirava a Soffici, Lilloni, Carrà.

SANSEPOLCRO (Arezzo)

Indro Montanelli lo chiamava "Rieccolo" per la proverbiale capacità di riapparire sulla scena poltica con incarichi di primo piano. Amintore Fanfani, a un quarto di secolo dalla morte, riappare oggi a Sansepolcro (era nato nella vicina Pieve Santo Stefano nel 1908) attraverso una mostra dei suoi quadri più interessanti.

L’ex ministro e presidente del Consiglio, accanto alla carriera accademica da professore di Economia, ha coltivato due grandi passioni. Quella per la politica che sentiva come una missione sociale e la pittura, a cui si dedicava come occasione di svago dopo le tensioni nei palazzi romani.

Appassionato d’arte fin da ragazzino, Fanfani aveva iniziato a dipingere con continuità nel 1943, quando si era rifugiato in Svizzera dopo l’8 settembre.

Uno dei cavalli di razza della Democrazia cristiana, si considerava bravo a dipingere almeno quanto Winston Churchill. Secondo i critici era minuzioso, tonale, amante delle luci chiare, e di una semplificazione astratta delle forme: si ispirava ad artisti come Soffici, Lilloni e Carrà. Spaziava dai paesaggi (famosa una sua tempera del 1941 che fissa le luci dell’alba sul lago di Garda) fino alle nature morte: pur senza frequentare scuole d’arte, "Rieccolo" non potreva definirsi un dilettante, neppure nel mondo dell’arte.

"Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale", è il titolo della mostra realizzata in onore del grande statista da oggi al Museo Civico di Sansepolcro fino al 17 marzo.

La mostra, accoglie vari dipinti e disegni realizzati da Amintore Fanfani nel corso della sua vita, ed è uno dei tanti eventi per celebrare i 25 anni dalla morte distribuiti in tutta la provincia di Arezzo. Si parte con l’esposizione che sarà inaugurata oggi, a Pieve Santo Stefano a marzo si parlerà degli scritti privati di Fanfani, nel paese dei diari.

Il terzo evento ad Anghiari in primavera: andrà in scena in forma teatrale il rapporto epistolare tra Fanfani e La Pira ispirata alla pubblicazione: "Caro Giorgio, Caro Amintore". Le oltre 800 lettere che si scambiarono rappresentano un vero spaccato della storia politica italiana, offrono riflessioni sulle vicende della chiesa cattolica e rappresentano una testimonianza di valore culturale e spirituale.

Appuntamenti anche alla Verna, dove nel 1952 fu celebrata la prima festa nazionale della montagna, presenti De Gasperi, La Pira e Fanfani che istituì la festa con atto di legge, poi anche Camaldoli dove il leader della Dc trascorreva vacanze estive e periodi di riposo. All’eremo è nato anche il Codice di Camaldoli, manifesto degli intellettuali cattolici che spazia dai temi della famiglia e dell’economia. A Terranuova Bracciolini si ricorda un progetto importante legato all’attività politica di Fanfani, ossia il piano "Ina-Casa", concepito nel Dopoguerra quando la disoccupazione era altissima e che in quattordici anni ha permesso di ricostruire il patrimonio edilizio italiano con grandi benefici anche per l’economia. Sarà ricordato anche l’impegno di Fanfani contro la deforestazione e il suo ambientalismo ante litteram. A ottobre gli eventi si concluderanno ad Arezzo con un focus sulla storia economica e sul Fanfani costituente, uomo di Stato e di governo.