di Paolo Guidotti
MARRADI (Firenze)
Da tre mesi e mezzo la linea che unisce Firenze alla Romagna, la ferrovia Faentina, è interrotta. Danneggiata da smottamenti e frane. Ma se i collegamenti stradali principali sono stati via via riaperti, il treno non viaggia ancora tra Firenze e Faenza, tra Firenze e Ravenna. Non solo il treno di Dante, ma tutti quei convogli che ogni estate trasportavano tantissime persone verso la Riviera romagnola, oltre ai pendolari, lavoratori e studenti. Il treno proveniente da Firenze si ferma a Marradi, ai confini della Toscana. I viaggiatori scendono e devono salire su un autobus sostitutivo. E ora i pendolari si domandano per quanto tempo la ferrovia resterà bloccata. Il sindaco di Marradi è preoccupatissimo: "La situazione è critica – dice Tommaso Triberti -. Da maggio stiamo chiedendo interventi e molti sono stati fatti, compreso il rafforzamento di un ponte danneggiato dall’alluvione, ma l’asticella si sposta sempre più in là". A impedire la riapertura della linea è la minaccia delle frane, intorno alla linea: ce ne sono infatti 170 che minacciano i binari nel tratto da San Martino in Gattara a Fognano, nel comune di Brisighella, 170 frane in pochi chilometri. "La linea – dice Triberti - è ripulita e sistemata, e quindi di per sé potrebbe tornare operativa. Quando abbiamo fatto il viaggio sui binari con i carrelli per fare i sopralluoghi si vedevano molti fronti di frana importanti, anche distanti dalla linea che però potrebbero mettere a rischio la linea stessa".
Rfi conferma: "Abbiamo da tempo ultimato – spiega la società di Ferrovie - gli interventi di ripristino della linea. A Rfi è stato poi chiesto di eseguire uno studio sulle situazioni di instabilità dei versanti esterni all’infrastruttura, per individuare i corpi di frana ancora potenzialmente pericolosi. Ne sono stati censiti oltre 170, esterni alla linea, alcuni con possibile impatto diretto sulla linea in condizioni meteorologiche di pioggia".
"Per questo abbiamo grandi preoccupazioni – dice il sindaco di Marradi – : a settembre riprenderanno le scuole, riapriranno le aziende e se rimanessimo privi di collegamento ferroviario sarebbe un danno gravissimo per un territorio fragile come il nostro, ma penso anche al comune di Brisighella con frazioni come San Cassiano e San Martino che vivono una situazione analoga. Abbiamo chiesto servizi sostitutivi che non sono sufficienti, e devono essere ancora più precisi e puntuali".
La preoccupazione è toscana, e anche di Brisighella, ma chi deve muoversi è la Regione Emilia Romagna, perché il territorio con le frane che minacciano il traffico ferroviario è nel Comune di Brisighella. Intanto i geologi di Rfi, con professionisti esterni, stanno proseguendo con gli approfondimenti ed "è previsto la prossima settimana un nuovo incontro tecnico interno, cui ne farà seguito uno con le Regioni Emilia-Romagna e Toscana per un aggiornamento sui tempi e le modalità di riapertura della linea". Tempi certi e scadenze non ce ne sono. Ed è un problema.