FEDERICO D’ASCOLI
Cosa Fare

Ferita da una fucilata. Un pallino colpisce bimba a una guancia. Occhio salvo per miracolo

Dramma a nord di Arezzo, in una zona dedicata alla caccia . Una testimone: "Ho gridato più volte ai cacciatori di allontanarsi".

Le urla disperate di una bambina di tre anni hanno rotto l’incantesimo di una domenica di fine settembre. Fino a pochi istanti prima giocava spensierata nel cortile di casa poi le sirene dell’ambulanza e delle volanti della polizia hanno richiamato l’attenzione di tutti. La piccola ha rischiato di perdere un occhio, che si è salvato per pochi millimetri: un pallino da munizione di caccia l’ha infatti colpita e ustionata a una guancia. È stata portata d’urgenza al pronto soccorso di Arezzo, medicata e poi dimessa, per il sollievo dei genitori.

È successo ieri intorno alle 11.30 alla periferia nord della città, a Patrignone, area vocata da sempre alla caccia dei volatili. Una zona dove un tempo sorgevano molte cave di ghiaia, in parte ancora attive, con relativi impianti di trattamento. Oggi sono luoghi dove molta gente viene a fare passeggiate o va in bici grazie a una natura che resta comunque bellissima nonostante anni di sfruttamento intensivo.

"A un gruppo di cacciatori avevamo detto pochi minuti prima di allontanarsi dalle case ma ci hanno risposto che erano a più di 200 metri e che quindi rispettavano la legge" racconta una vicina di casa. Infatti, secondo le normative della caccia servono almeno 150 metri dai centri abitati per poter sparare.

La signora è stata tra le prime a precipitarsi in strada quando ha sentito dalla finestra le urla della bambina per l’intenso bruciore alla guancia. In via Pozzo Nuovo, dove si è consumato il dramma, ci sono una manciata di case a schiera di recente costruzione, dove tutti si conoscono: ognuna ha un piccolo giardino recintato davanti alla porta di casa e proprio lì stava giocando la bambina colpita al volto dai pallini da caccia.

"Da un po’ di tempo si sentivano pallini battere sull’asfalto e sulle recinzioni delle nostre case – continua la signora con la garanzia dell’anonimato – per questo a un certo punto ho richiamato l’attenzione dei cacciatori dalla finestra per chiedergli di spostarsi. Mi hanno risposto che erano in regola: non avevo voglia di discutere e ho chiuso la finestra per continuare a fare le faccende. Non mi ero accorta che la bambina stava giocando poco distante. Sono passati una manciata di minuti e ho sentito il suo pianto a dirotto: mi si è gelato il sangue ma sono subito scesa in strada dove già c’erano i genitori che stavano chiedendo aiuto".

Sono partite le telefonate di emergenza e qualcuno ha chiesto a gran voce ai cacciatori, che si trovavano in mezzo a un campo di girasoli, di smettere subito di sparare. Nel giro di pochi minuti l’ambulanza ha portato la bambina al Pronto soccorso di Arezzo per valutare e medicare l’ustione alla guancia mentre una pattuglia della volante ha identificato alcuni cacciatori presenti quando la bimba è rimasta ferita.

Adesso la parola passa ai genitori che potrebbero sporgere denuncia per lesioni personali colpose, reato che si persegue a querela di parte ed è punito con condanne fino a tre mesi o con la multa fino a 309 euro.

"La sicurezza è la prima cosa – afferma Sergio Fabianelli, vice presidente aretino dell’Associazione Migratoristi Italiani per la tutela delle cacce tradizionali – ogni anno organizziamo corsi per quanti vogliono avvicinarsi al mondo della caccia e su questo punto battiamo molto. Sono molto dispiaciuto e spero che episodi così non si ripetano".