Coma Cose, amore e resistenza "Ci siamo ri-conosciuti nella musica"

La coppia stasera al MenGo Fest di Arezzo con il nuovo album dopo il ritorno sul palco dalla crisi

Coma Cose, amore e resistenza "Ci siamo ri-conosciuti nella musica"

di Andrea Spinelli

Amore e resistenza. Il meraviglioso modo di salvarsi svelato dai Coma_Cose sul palco di Sanremo e tra le passioni virate consapevolezza del loro ultimo album è quello di lottare per i sentimenti gettando il cuore oltre gli ostacoli del quotidiano così come cantano stasera sotto i riflettori del MenGo Music Fest di Arezzo e il 7 agosto del Mediceo Live Festival di Seravezza, Lucca. Coppia nell’arte e nella vita, California e Fausto Lama portano incisa sulle gambe la loro avventura di ex commessi di negozio catapultati dai casi della vita in un viaggio surreale; lui Mario quasi 1500, lei Saverio quasi 1500, i protagonisti di Non ci resta che piangere interpretati da Troisi e Benigni evocati col pensiero a quell’America che hanno trovato nelle canzoni. Anche se, alla luce dei recenti trascorsi festivalieri, il tattoo più emblematico è sicuramente il volto di Luigi Tenco che Fausto ha sull’avambraccio sinistro. "Il senso dello spettacolo, come del disco, è quello di riscoprirci, riconoscerci, fotografarci così come siamo" assicura la coppia di Fiamme negli occhi, al secolo Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli.

"Una dichiarazione di verità, di pensiero, che nasce dalla gran voglia di raccontarci".

“Salvarsi” da cosa?

"Da noi stessi, capendoci e accettandoci reciprocamente. Nel nostro progetto c’è un lato naif che non ci consente di prenderci sul serio fino in fondo. Il Sanremo di un anno e mezzo fa ha un po’ cambiato certi parametri, così abbiamo pensato di rallentare il passo per guardarci dentro".

Ma oggi come oggi ci si può permettere di stare fermi un anno?

"Il fatto di essere una coppia nella vita prima che nella musica, ci mantiene sempre in una dimensione molto domestica. Se quel che facciamo non rispetta i nostri equilibri privati si sfalda tutto. E se finisce l’alchimia finisce pure la musica".

Qual era la cosa più importante da sistemare dentro di voi e quella da sistemare tra di voi?

"Arrivare al grande pubblico non era nel nostro Dna. Così dopo l’esito positivo del Festival 2022 e i mille altri impegni che ci sono piovuti addosso abbiamo pensato di staccare. Fra noi non c’è stata alcuna crepa sentimentale, ma abbiamo sentito il bisogno di allontanarci qualche tempo l’uno dall’altra, tornare ai nostri paeselli e capire cosa volessimo veramente. Durante questa lontananza è nata Sei di vetro che abbiamo subito condiviso, riservandoci poi di approfondire l’argomento tornando all’Ariston nel 2023 con L’addio".