Montevarchi, suggestione Borja Valero

Il centrocampista spagnolo è grande amico di Malotti e potrebbe ritornare sulla decisione di ritirarsi. Il precedente di Riganò

Borja Valero

Borja Valero

di Giustino Bonci

Appena il nostro giornale ha riportato la voce, poi ripresa da Sky Sport, che Borja Valero, il centrocampista spagnolo ormai fiorentino d’adozione, potrebbe accettare la prospettiva di tornare a giocare, e addirittura in Promozione, con il Centro Storico Lebowski, pur avendo dato l’addio ufficiale al calcio giocato il 30 giugno scorso, qualcuno a Montevarchi è sobbalzato sulla sedia. Sì, perché tra i sostenitori rossoblù c’è chi giura che il mediano di Madrid, 36 anni, sebbene deciso a dire basta con pallone e a chiudere dopo la parentesi all’Inter e il ritorno nella Viola nella scorsa stagione, sarebbe stato "tentato" anche di venire all’Aquila. Certo, si tratta di suggestioni da social, di cui parlare in pieno agosto sotto l’ombrellone, un po’ come dell’eventualità remota che il giocatore sfornato nel 1995 dalla "cantera" dei Galacticos passi dalla massima divisione ai campetti di periferia frequentati dall’alternativa realtà calcistica fiorentina, ma tant’è. In Valdarno, poi, sempre i presunti ben informati aggiungono che Borja, legato da un rapporto di amicizia al tecnico dei rossoblù Roberto Malotti, avrebbe intenzione di frequentare da settembre il corso da allenatore a Coverciano ripensando così la scelta di dire "basta" e magari mettendo a disposizione degli aquilotti la sua straordinaria esperienza.

La notizia ha un minimo di fondamento? E anche tra i supporter valdarnesi come accaduto al Lebowski, può essere varato l’hashtag #sognandoborja? Buon senso e realismo inducono a pensare che si tratti di una storia estiva affascinante ma senza futuro. Il club presieduto da Angelo Livi, del resto, va controcorrente rispetto al modo di procedere di tanti club e cerca, come rimarcato più volte, di esportare pure in C la filosofia di puntare sempre e comunque sui giovani. Una sorta di scelta esclusiva, portata avanti con estrema convinzione, sin dalla rifondazione del 2011, e ribadita ad ogni piè sospinto. Una delle rare concessioni ai giocatori dall’anagrafe non più verde e dai trascorsi illustri, anche all’epoca con l’occhio strizzato alla Fiorentina, si materializzò proprio nell’anno della ripartenza, quando vestì la maglia aquilotta Christian Riganò, in Seconda categoria, nell’allora Audax Montevarchi. Fu un’operazione eccellente dal lato dell’immagine, finalizzata, tuttavia, soprattutto a suscitare nuovo interesse per i colori rossoblù. Firmò 22 reti in 16 gare il bomber di Lipari portando la squadra dai quartieri bassi della classifica al quinto posto finale. Si trattò di una sorta di "una tantum", perché la dirigenza di via Gramsci ha pensato sempre alla valorizzazione del vivaio.

Conviene mettere da parte sogni e congetture, allora, per concentrarsi sui fatti e, a tal proposito, oggi ai dieci tesserati dell’Aquila in quarantena perché contatti di un compagno di spogliatoio positivo, saranno fatti i tamponi di controllo. Se tutto andrà nel verso giusto da domani la "rosa" si ricongiungerà riprendendo al meglio la preparazione.