LUCA AMOROSI
Sport

La carica di Bobo: "Arezzo, vengo a tifare per te"

Pilleddu potrebbe essere a Ponsacco domenica: "Deciderò all’ultimo, quando giocano gli amaranto mi faccio prendere dalle emozioni"

La carica di Bobo: "Arezzo, vengo a tifare per te"

di Luca Amorosi

La partita Mobilieri Ponsacco-Arezzo di domenica non può che essere la partita di Bobo Pilleddu, amatissimo attaccante amaranto arrivato proprio dalla compagine pisana nel 1997 dopo che la stagione precedente aveva segnato, contro il Cavallino, sia all’andata che al ritorno.

Pilleddu, seguirà la partita?

"In realtà sto pensando di venire allo stadio perché sono due squadre a cui sono molto legato. Quando c’è di mezzo l’Arezzo, però, mi faccio prendere troppo dalle emozioni e dall’affetto. È parte di me, quindi forse deciderò solo domenica...".

Quei gol contro l’Arezzo con la maglia del Ponsacco furono il trampolino di lancio?

"Penso di sì. Ricordo che a Ponsacco eravamo appena retrocessi ed ero rassegnato a tornare in D quando mi chiamarono prima Falasconi, poi Graziani per dirmi che mi avrebbero portato ad Arezzo. Non ci volevo credere: era un sogno che diventava realtà. Al Ponsacco comunque devo tanto. A 27 anni ero ancora in D e avevo l’aspetto di una persona inaffidabile, con i capelli lunghi e l’orecchino: erano altri tempi. Il presidente Aringhieri mi fece due anni di contratto dandomi la possibilità di giocare nei professionisti, affrontare squadre di blasone, migliorarmi".

Poi con l’Arezzo arrivò la promozione in C1: i momenti a cui è più legato?

"Ne cito due. Uno è il gol a Tempio: partii dalla panchina ed ero arrabbiato con Cosmi. Entrai a inizio ripresa, Baiocchi mi fece un assist bellissimo e la misi dentro. Per me è stata la svolta perché non segnavo dalla prima giornata contro la Maceratese. Vennero tutti ad abbracciarmi e mi ripresi, altrimenti chissà. L’altro è la rete con il Tolentino in casa: lessi uno striscione contro Graziani e non ci vidi più. Colpii di testa con tutta la rabbia che avevo e segnai il gol vittoria".

Cosmi e Graziani: che rapporto ha avuto con loro?

"Con Cosmi non è stato facile all’inizio: diffidavo degli allenatori che volevano stringere amicizia coi giocatori. Poi capii che lui era davvero così e il rapporto fu ottimo. Graziani invece era come un padre: una volta ero affranto per un rigore sbagliato e mi disse: ’Parli con chi ne ha sbagliato uno in finale di Coppa Campioni’. Mi sentii uno stupido e rialzai la testa".

I tifosi amaranto la ricordano con affetto. Ne va fiero?

"Certamente. Ho sempre pensato che lasciare un bel ricordo conta più di ogni altra cosa. Penso sia dovuto al fatto che io stesso ero e sono un tifoso: tifo Genoa da sempre, l’ho seguito in casa e fuori, so i sacrifici che si fanno per la propria squadra del cuore. Da calciatore forse incarnavo questo spirito e la gente lo ha capito".

Questo Arezzo può restare in testa fino alla fine?

"La serie D è un torneo maledetto: ne sale una sola e spesso si è costretti a giocare in campi piccoli, gibbosi, contro squadre aggressive. Mi auguro che ora che ha riconquistato la vetta non la molli più, con le buone o con le cattive".

Oggi intanto l’Arezzo giocherà in amichevole con il Foiano allo stadio Comunale alle ore 15.