
di Luca Amorosi
Un anno fa di questi tempi l’Arezzo era già fuori dalla corsa al primo posto e il tecnico Mariotti e il ds Tromboni navigavano a vista, consci che la loro avventura si sarebbe chiusa a fine stagione. Un anno dopo, l’atmosfera è completamente diversa. L’Arezzo ha il primo "match point" per vincere il campionato e tornare in C grazie a un progetto tecnico nato su basi solidissime. La metamorfosi del Cavallino sul campo è infatti conseguenza di quella avvenuta nelle stanze dei bottoni. La scelta, in primavera, di puntare forte su un profilo di comprovata esperienza come quello di Paolo Giovannini come direttore generale, anticipando la concorrenza, è stato il primo segnale di svolta. A lui è stato affiancato l’ex capitano Nello Cutolo come direttore sportivo.
L’insediamento di Giovannini a giugno è stato anche il viatico per l’arrivo di Paolo Indiani qualche giorno dopo. Il tecnico, reduce dal successo con il San Donato Tavarnelle proprio ai danni dell’Arezzo, ha rappresentato un altro tassello importante nel processo di ricostruzione: arrivava infatti una guida tecnica vincente e a caccia del decimo trionfo personale. Il rapporto stretto tra dg e allenatore ha permesso poi un confronto proficuo nell’allestimento della rosa, praticamente già pronta per l’inizio del ritiro. Che il vento fosse cambiato lo si era capito anche dalla comunicazione trasparente e puntuale del diggì nei confronti della piazza e dalle sue decisioni ferme e risolute, come quando c’è stato da congedare quasi tutta la rosa della scorsa stagione o da ingaggiare il portiere Trombini in corso d’opera, o ancora quando si sono rese necessarie prese di posizione anche ferree. In panchina, Indiani ha confermato quanto di buono si sapeva sul suo conto: la squadra ha spesso meritato, esprimendo un bel gioco e mostrando una precisa identità. E nei momenti difficili, avere figure così esperte nella sfera tecnica ha fatto la differenza: Indiani ha tenuto la barra dritta, portando avanti le sue idee ma anche adeguandole alle necessità; Giovannini ha fatto da tramite con il presidente infondendo sempre fiducia in squadra e staff.
L’altra grande discontinuità rispetto al passato è proprio tratteggiata dal patron. Il 15 settembre scorso, con il passaggio del 99% delle quote sociali dell’Arezzo dalla Mag alla New Energy, Guglielmo Manzo si è impegnato in prima persona nell’Arezzo e i risultati si sono visti: ha ripianato il passivo con un’imponente ricapitalizzazione e ha saputo ascoltare, imparare e appassionarsi. Oggi è il primo tifoso: anche la piazza lo ha capito e, complici i risultati, il suo indice di gradimento è ai massimi storici.