
di Luca Amorosi
Da un Calderini che potrebbe arrivare (anzi tornare) in amaranto nella prossima finestra di mercato a uno che l’Arezzo affronterà da avversario domani. Parliamo di Stefano Calderini, allenatore del Poggibonsi, confermato dopo la promozione con i giallorossi della passata stagione, che da calciatore ha collezionato dieci presenze con il Cavallino sul petto nella stagione 1984-85, quella della rovesciata dei sogni di Menchino Neri.
Calderini, se la ricorda quella rovesciata e quella stagione in amaranto?
"Certo che sì, ero appena subentrato al posto di Miani, lo ricordo come fosse ora: fu un gol stupendo e importantissimo per raggiungere la salvezza, infatti la settimana dopo pareggiammo a Pisa e centrammo l’obiettivo. Credo sia un gol rimasto nella storia e un giorno vorrei fare una sorpresa a Menchino e andarlo a trovare. In quella stagione giocai poco perché avevo appena 20 anni, ricordo che con Carboni e Di Mauro spesso andavamo in tribuna. Loro hanno fatto una carriera migliore della mia e questo testimonia il valore di quella squadra. Comunque, feci una decina di apparizioni che mi hanno segnato, tra l’altro sarei dovuto tornare qualche anno dopo ma poi per alcuni incroci di mercato non se ne fece nulla. Ho dei ricordi bellissimi, penso anche solo all’amichevole contro il Napoli di Maradona. Fossi arrivato con qualche anno di esperienza in più alle spalle forse avrei fatto un percorso diverso, perché ad Arezzo si sta bene e ci sono le condizioni ideali per giocare a calcio. Questo è l’unico rimpianto. Domenica scorsa ero al Comunale visto che avevamo giocato di sabato: tornare in quello stadio è stato stupendo".
Che Arezzo ha visto e che idea si è fatto degli amaranto finora?
"Intanto voglio sottolineare che visto una grande tifoseria che ha incitato la squadra per tutta la partita, poi è normale che subire un pareggio in rimonta ti lascia l’amaro in bocca, ma è un ambiente eccezionale. La rosa dell’Arezzo ha poco a che fare con la categoria, con tanti giocatori forti, però non basta avere calciatori sopra la media, ma serve calarsi nella mentalità della serie D, perché chi gioca contro l’Arezzo dà sempre il massimo. Inoltre, so che la rosa è nuova, avete cambiato molto in estate e questo ovviamente incide".
Che partita si aspetta domenica? L’Arezzo ha cambiato allenatore, pensa che possa essere un fattore?
"Spero sia una bella giornata di sport, per noi giocare una partita del genere è importante per capire a che punto siamo della nostra crescita e gli stimoli vengono da soli. Ci troveremo di fronte un Arezzo combattivo perché conosco Sussi ed è un caratteriale, inoltre cambiare la guida tecnica spesso può rappresentare una scossa".
Sarà uno scontro diretto perché avete gli stessi punti dell’Arezzo. Siete partiti molto bene, è d’accordo?
"Per il momento la classifica dice questo, ma noi siamo una neopromossa e la squadra è stata costruita per fare un campionato tranquillo e consolidare la categoria. Anche noi in estate abbiamo cambiato molto, siamo ripartiti quasi da zero rispetto all’organico che ha conquistato la promozione dall’Eccellenza, eppure i ragazzi si stanno comportando bene e mi seguono. Non dobbiamo abbassare la guardia, però, perché è un girone molto equilibrato. Speriamo di continuare così".
Calderini, ci parla della sua idea di calcio?
"A me piace giocare un calcio pragmatico: se ci sono le condizioni non disdegno il fraseggio e la manovra, ma bisogna considerare che tutto dipende dai risultati, per cui a volte occorre capire i momenti della partita e badare al sodo. Anche perché da noi c’è una tifoseria che ci segue ed è una società che ha una sua storia, perciò un minimo di pressione ce l’abbiamo anche noi."