Arezzo, un nome forte per la panchina: nel mirino c'è Calori

L’ex difensore aretino è in pole position, la scelta sarà ufficializzata in settimana. Scelta di alto profilo che dimostra ambizioni. Già nel 2017 il suo nome venne accostato al club

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Arezzo, 23 agosro 2020 - Direttore sportivo, quindi allenatore e staff tecnico. Riccardo Fabbro ha ripetuto più volte, quasi come un mantra, la sua cronotabella. Sistemata la casella del direttore sportivo con l’arrivo di Giuseppe Di Bari, adesso l’attenzione si sposta sull’allenatore. L’intenzione del direttore generale è quella di decidere entro giovedì prossimo, dando il via ai colloqui con i profili ritenuti idonei al progetto fin da domani.

Nella stessa giornata in cui i giocatori ancora sotto contratto, insieme ai dipendenti degli uffici e non solo, si sottoporranno ai tamponi e ai test per scongiurare casi di Covid-19, negli uffici del Comunale transiterà il possibile nuovo allenatore del Cavallino.

Come accaduto per il direttore sportivo, Fabbro parlerà molto probabilmente anche con chi ha seduto sulla panchina amaranto nell’ultima stagione. Il dg lo aveva detto anche in conferenza stampa che per una questione di rispetto avrebbe incontrato o comunque avuto un contatto telefonico con lo staff della stagione chiusa in anticipo dalla pandemia.

Di fatto però le quotazioni di Daniele Di Donato, che aveva siglato un accordo annuale la scorsa estate, tendono al ribasso. Inutile girarci intorno. Un po’ per l’interesse del Teramo nei confronti dell’ex capitano amaranto, un po’ per i rumors che lo accostano ad altri lidi, ma soprattutto per i nomi dei possibili successori, ecco che l’Arezzo sembra prossimo a cambiare tecnico. Il nome, considerato dai più in pole position, è quello di Alessandro Calori.

Un profilo che non può non far presa sulla piazza visto che si tratta di un aretino, cresciuto nel vivaio amaranto prima di approdare al Montevarchi, quindi al Pisa e all’Udinese in serie A. Classe 1966, Calori è ricordato anche per quel gol che siglò alla Juventus nel 2000 nel nubifragio del Curi. La rete di un difensore aretino, con la maglia del Grifo, che strappò lo scudetto ai bianconeri per affidarlo alla Lazio. Come allenatore, dopo essere stato il vice di Gregucci al Venezia, Calori ha allenato Triestina, Sambenedettese, l’Avellino quindi il Portogruaro vincendo il campionato di serie C.

Una carriera che parla soprattutto di serie B con Padova, Brescia, Novara, Trapani e quindi Ternana in Lega Pro. Un tecnico esperto con oltre 150 panchine in serie B, ma soprattutto un aretino. Già perché per ritrovare un allenatore nato ad Arezzo al timone della prima squadra è necessario andare indietro nel tempo, fino alla stagione 1992-1993. In quel campionato Menchino Nero e Mario Rossi si alternarono sulla panchina del Cavallino.

Da allora, nonostante alcune indiscrezioni o colloqui, non c’è stato più alcun mister nato ad Arezzo. Tra parentesi nell’estate del 2017 il nome di Calori venne accostato, ma senza alcun fondamento, al club amaranto. Adesso potrebbe essere diverso.

Se quello di Calori sarà il profilo giusto si saprà a breve, forse già domani visto che dopo quello per il direttore sportivo, a breve, inizieranno i colloqui per il tecnico, mentre la squadra inizierà a lavorare in città dopo i test medici.