Benassi: "Arezzo, hai le mani sulla C Indiani è l’uomo giusto per la svolta"

L’ex portiere amaranto ora è preparatore alla Fiorentina: "Quattro stagioni con Paolo, una persona speciale"

Benassi: "Arezzo, hai le mani sulla C  Indiani è l’uomo giusto per la svolta"

Benassi: "Arezzo, hai le mani sulla C Indiani è l’uomo giusto per la svolta"

di Andrea Lorentini

Ha difeso la porta dell’Arezzo per due stagioni, anche se in periodi differenti. La prima volta dopo il ripescaggio in serie C nella stagione 2014-15 e poi in quella 2016-17. Portiere esplosivo, leader in campo e nello spogliatoio, Massimiliano Benassi, è partito dal basso ed ha raggiunto la serie A. Appesi i guanti al chiodo ha iniziato la carriera allenando i portieri proprio ad Arezzo, con la Berretti. Passato alla Fiorentina, a ottobre scorso è stato promosso preparatore dei portieri della prima squadra.

Benassi, con il margine attuale, considera vicina la promozione per l’Arezzo?

"Sette punti di vantaggio a sei giornate dalla fine sono un ottimo tesoretto, ma c’è ancora lo scontro diretto che potrebbe ribaltare la situazione e quindi serve massima concentrazione. Però c’è un aspetto che gioca a favore...".

Quale?

"Nell’ultimo periodo il gruppo ha acquisito una consapevolezza che prima non aveva".

Merito di Indiani?

"Con l’allenatore sono di parte perché l’ho avuto quattro stagioni e lo ritengo non solo preparatissimo da un punto di vista calcistico, ma anche una grande persona sotto il profilo umano. Dall’alto della sua esperienza, sommata a quella di Giovannini, ha capito che doveva intervenire per invertire la rotta".

Eppure è stato anche criticato in questa stagione.

"Fa parte del gioco. In un torneo di 34 partite è inevitabile attraversare momenti di difficoltà. Credo che la Pianese sia andata oltre le proprie potenzialità, ma alla distanza i veri valori sono usciti fuori".

Vero che deve a Indiani l’inizio della sua carriera?

"Esatto. Era il 1999 e mi vide con la Berretti del Siena. Mi volle subito a San Gimignano dove vincemmo il campionato di serie D e l’anno dopo ci ripetemmo a Poggibonsi. Poi ci siamo ritrovati a Perugia. Il mio modo di interpretare il ruolo era perfetto per la sua filosofia di gioco".

L’Arezzo può aprire un ciclo duraturo?

"I presupposti ci sono. C’è una società sana con un presidente e un amministratore delegato che stanno facendo le cose in maniera seria investendo nelle strutture. A loro va aggiunto un dirigente competente come Giovannini oltre a Cutolo che si sta formando. Come dico sempre: una società forte fa una squadra forte. Non il contrario. Fondamentale è cercare di anticipare gli altri nell’organizzazione perché nel calcio di oggi più si è organizzati e più è facile vincere".

Come sta vivendo la sua esperienza a Firenze?

"Sono stato catapultato in prima squadra dalla sera alla mattina e devo ringraziare lo staff a cominciare da Italiano che mi hanno subito integrato nelle loro metodologie di lavoro. C’è grande feeling tra di noi".

Tra i portieri viola c’è un aretino, Cerofolini.

"Michele ha delle prospettive importanti. Purtroppo è stato penalizzato dagli infortuni. È un grande professionista negli allenamenti e nell’atteggiamento. Con il grave infortunio di Sirigu è stato promosso secondo dietro Terracciano. Gli ho parlato: sa che adesso aumentano le responsabilità e visti i tanti impegni che avremo tra campionato coppa Italia e Conference, anche le possibilità di avere qualche spazio. Dovrà farsi trovare pronto".