La seconda notte dei Negrita: stasera il bis, penultimi in scaletta. La classifica / FOTO

La band aretina conquista il centro della scena: poi le interviste. "Baglioni ci aveva contattato un anno fa, noi siamo di legno e siamo arrivati solo ora"

I Negrita a Sanremo

I Negrita a Sanremo

Arezzo, 6 febbraio 2019 - E' la seconda notte dei Negrita. Che stasera sono tra i dodici concorrenti che riproporranno il brano già lanciato ieri sera. In scaletta sono penultimi, un'altra lunga attesa come quella di martedì.

Ci danno dentro, spingendo al limite le chitarre che gli avevano rubato e che i carabinieri quasi a sorpresa gli hanno riportato.

Sì i Negrita infiammano Sanremo a cavallo della mezzanotte, anche se per la serata di gala scelgono con saggezza un ritmo meno incandescente di quelli ai quali ci hanno abituati. E una parte del merito in fondo va proprio a loro,  ai carabinieri, a quelle divise, senza i quali loro, profeti della non violenza, sarebbero stati disarmati e in parte muti.

E’ il loro festival, è la loro prova di maturità. Ne escono bene. Alla prima serata. nel voto della giura demoscopica sono nella fascia gialla, sotto i primi ma saldamente a metà classifica. Ci fossero anche le eliminazioni loro andrebbero tranquilli alla seconda serata. Ma questo rischio con Baglioni non c'è più.

Si sottopongono perfino al rito del red carpet con il bouquet: un bouquet in mano a Pau è come un trifoglio tra le dita di Rocky, un ossimoro solo a guardarlo.  E fa piacere ricomporre il puzzle ritrovandolo sul palcoscenico di nuovo nella sua mise tradizionale, nero e metallo, metallo e nero. 

«Non mi va  Non ho tempo per brillare voglio esplodere»

Lì per lì sembra che Pau parli del bouquet: no, è il testo della canzone,  «I ragazzi stanno bene». Come The Zen Circus parlano dei giovani e come i giovani dei Zen Circus proprio benissimo non stanno davvero

«Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene  Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene  Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura»

Un manifesto alla libertà, sembra di salire sul pullman di Into the wild. "Sono un esempio di coerenza e amicizia, canzoni graffianti, tornano al Festival dopo 16 anni": li aveva presentati così Virginia Raffaele, per una sera con la voce sua e non con una di quelle che da grande imitatrice sfoggia di solito.

Ed eccoli lì, al centro della scena, al Festival dopo 16 anni. Drigo rosso fuoco, Pau nero come il petrolio: e ti chiedi se l'abbiano scelto loro o se lo abbia scelto Beppe Sugar, che si è messo a disposizione per gli artisti in arrivo da qui.

Il pianista inizia fischiando, e sembra di essere nell'ultimo film dei fratelli Cohen, capita di rado anche questo a Sanremo. Nel teatro risuona anche il nome "Cilembrini" e forse solo da Arezzo capiscono che tra gli autori c'è anche Il Cile, un altro dei timbri aretini al Sanremo 2019.

Pau abbraccia di traverso il microfono, fa finta di seguire il maestro Valeriano Chiaravalle, ma si capisce lontano un miglio che è abituato a fare da solo, senza la bacchetta a dargli il tempo: abbraccia il microfono e se avesse un bouquet forse lo sposerebbe. Ma quello è rimasto sul red carpet, ora è il momento del rock. Rock più felpato del solito ma rock comunque.

Sopra di noi la gravità Di un cielo che non ha pietà  Pezzi di vita che non vuoi perdere Giorni di festa e altri da lacrime Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…

Brividi che non nascondono anche loro, con un gesto della mano Pau si complimento con Drigo. E il televoto corre, il numero è il 17 ma nel rock la superstizione non esiste. "Ciao raga": rieccolo il Pau di sempre, il passo ciondolante che gli è solito, il sorriso un po' sprezzante della notte di Capodanno, quando aveva accompagnato gli aretini da piazza Sant'Agostino al 2019.

Per radio inanella complimenti a Baglioni ma poi ricostruisce i precedenti. "Ci aveva cercato l'anno scorso, noi siamo di legno e siamo arrivati un anno dopo". Prende l'acqua ai conduttori di Radio Due, va via, torna. Forse per non lasciare il centro della scena. Forse perché i ragazzi stanno davvero bene.