“Troppi ungulati. Bisogna incrementare gli abbattimenti”. Allarme di Confagricoltura

il presidente Carlo Bartolini Baldelli preoccupato. "Le devastazioni subite dalle incursioni sono giornaliere e a breve anche l’uva sarà presa d’assalto".

Carlo Bartolini Baldelli

Carlo Bartolini Baldelli

Arezzo, 06 agosto 2022 - Non bastava la siccità a creare problemi agli agricoltori, e a dire il vero non solo a loro. Anche gli ungulati, in particolare i cinghiali, stanno causando non poche difficoltà al comparto, con coltivazioni a forte rischio. Confagricoltura Arezzo ha quindi chiesto interventi immediati, anche perché, in base agli ultimi censimenti, in Toscana la presenza di questi animali è quattro volte superiore rispetto alla media nazionale e le conseguenze per i raccolti spesso sono devastanti. Insomma, è scattato un vero e3 proprio grido d’allarme. “È assolutamente necessario incrementare gli abbattimenti e dare tutti gli strumenti necessari a chi deve fare attività di contenimento e controllo – ha detto il presidente di Confagricoltura Arezzo, Carlo Bartolini Baldelli – Le devastazioni subite dalle incursioni sono giornaliere e a breve anche l’uva sarà presa d’assalto”. È partita innanzitutto una richiesta alla Regione Toscana, ovvero quella di velocizzare e semplificare ulteriormente gli adempimenti necessari per gli abbattimenti. Ma per Confagricoltura è auspicabile anche rafforzare il personale, sia di Polizia Provinciale che di guardie volontarie, perché quello attuale non riesce talvolta a far fronte a tutte le richieste di emergenza.

L’associazione di categoria chiede poi di verificare l’efficacia degli interventi messi in atto che, in molti casi, si concludono con un nulla di fatto. “Prendiamo le distanze da chi dichiara l’inutilità degli abbattimenti – ha aggiunto Bartolini Baldelli – chiediamo al contrario la possibilità di incrementarli per raggiungere una presenza di ungulati compatibile con il territorio. Se si pensa che recintare ogni singolo campo coltivato possa essere una soluzione, si dovrebbe considerare, da un lato, l’impatto economico per gli agricoltori, ma dall’altro anche quello paesaggistico di un territorio che vive della sua bellezza”. Ci sono poi altri aspetti non secondari. La presenza massiccia di cinghiali provoca incidenti stradali, spesso gravi, senza contare che la devastazione dei raccolti e delle colture agricole ha un impatto negativo sulla biodiversità e sulla fauna autoctona. “A tutto questo – ha concluso il presidente di Confagricoltura Arezzo – si può e si deve porre rimedio riportando la popolazione ad un numero compatibile con il sistema antropico ed ecologico del nostro territorio”.