
Lorenzo Cagnoni (Ieg)
Arezzo, 29 ottobre 2019 - Gigante, pensaci tu. Come nella pubblicità del Carosello d’antan. Sì, stavolta le fiere orafe aretine passano di mano quasi di sicuro e l’acquirente, manco a dirlo, è il colosso riminese Ieg (Italian Exhibition Group) che già le gestiva in affitto e che si era visto respingere una prima proposta di acquisto lo scorso gennaio.
La notizia, che fa rumore negli ambienti dell’oro del più importante distretto dei gioielli d’Italia e d’Europa, giunge a margine dell’ultima giornata di Gold Italy, seconda esposizione aretina dell’anno, che si chiude con un bilancio apparentemente positivo, anche se i conti andranno fatti quando sarà ben chiaro, fra qualche giorno, l’intero quadro degli ordinativi per quello che è il tradizionale mercato di questa fiera: la kermesse dei regali di Natale. Ieg, fresca di quotazione in Borsa, che già ieri, con un’intervista del presidente Lorenzo Cagnoni a La Nazione, aveva lasciato intendere l’imminente chiusura delle trattative con Arezzo Fiere, proprietaria dei due eventi (l’altro, il più importante, è Oro Arezzo che si svolge in primavera), ha formalizzato la propria proposta d’acquisto anticipata rispetto alla scadenza dell’affitto, che sarebbe avvenuta nel 2021.
La proposta cash è di tre milioni e 494 mila euro, cui se ne aggiungono 956 mila di quota variabile al verificarsi di alcune condizioni legate allo svolgimento della prossima edizione di Oro Arezzo. Dal totale va sottratto il milione e 144 mila euro che i riminesi non pagheranno per il canone del 2020, essendo già diventati padroni prima. La discussione è adesso tutta concentrata sulla differenza con l’offerta che Ieg aveva presentato quasi un anno fa, a dicembre 2018: 5,2 cash, pagabili in cinque rate annuali, da cui andavano sottratti circa due milioni di affitto.
Secondo fonti autorevoli, il vantaggio rispetto alla proposta che fu lasciata cadere dagli azionisti, soprattutto quelli pubblici, Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, è di circa 600 mila euro. Stavolta, insomma, sarebbe un’offerta come quella del «Padrino», alla quale non si può dire di no.
Ma l’ultima parola tocca ovviamente ai grandi soci già ricordati sopra. Gold Italy, inaugurata sabato alla presenza dell’asessore regionale alle attività produttive, Stefano Ciuoffo, segna anche un altro punto favorevole ad Arezzo Fiere, in perenne crisi di liquidità, tanto che per due mesi non ha neppure pagato gli stipendi ai dipendenti: il milione e 600 mila euro che già il governatore Enrico Rossi si era impegnato a versare per l’acquisto della collezione di Oro d’autore.
Dalla Fiera vera e propria (pochi lustrini in quello che è diventato principalmente un workshop per avvicinare buyers e imprese orafe) arrivano intanto segnali positivi, anche se sul settore resta l’incertezza. I primi sei mesi dell’anno sono andati a gonfie vele:l’oreficeria ha segnato un 11% di aumento nell’export, che è una performance migliore di quelle delle altre due capitali, Vicenza e Valenza. Vola anche, ma con Gold Italy c’entra poco, il mercato dei lingotti, 46% di crescita da gennaio a giugno.
Nel comparto dei preziosi dà segnali di ripresa Dubai, principale mercato aretino, sale anche Hong Kong, mentre volano gli Usa, dove finora non ha fatto paura la minaccia di dazi di Trump.