
Lucignano
Arezzo, 25 agosto 2025 – Un borgo unico per inalterato fascino antico e tesori d’arte nascosti, come il celebre e solo Albero della Vita di oreficeria trecentesca conservatosi; sei amici tra i più grandi cameristi europei come Irene Abrigo, Jürg Dähler, Daniel Blendulf, Alessandra Ammara e Roberto Prosseda; cinque giorni di silenzio e musiche di Schubert, Casella, Mozart, Mahler, Schumann, Messiaen risuonanti nei vicoli ombrosi di giorno come eco di prove, di sera danzanti tra gli affreschi trecenteschi della Chiesa di San Francesco o tra le mura cinquecentesche del Teatro Rosini: questo è in poche parole l’esperienza d’arte e di vita che offre da cinque anni il Lucignano Music Festival grazie all’idea della violinista Irene Abrigo, alla lungimiranza del governo del paese - molto sensibile alla qualità - e ad un manipolo di volenterosi stranieri residenti nel circondario che non vogliono perdere nemmeno in campagna le gioie della buona musica.
Quest’anno poi gli ozi campestri di Lucignano ricalcano sin dal titolo l’Otium cum Dignitate di ciceroniana memoria, evocando il ruolo sociale dell’arte nei momenti di crisi e ripensamento come quello attuale. Racconta così la scelta la giovane fondatrice, direttrice artistica e animatrice prima del festival Irene Abrigo: “Con il Lucignano Music Festival 2025 ci proponiamo di riportare la musica al centro del discorso civile ed emotivo, scegliendo come filo conduttore un tema universale e quanto mai attuale: “Guerra e Pace”.
Il programma esplora le luci e le ombre dei sentimenti umani, attraversando memoria, conflitto, silenzio, bellezza e speranza. Ogni concerto e ogni evento cercano di illuminare le fragilità del nostro tempo, offrendo però sempre uno spiraglio di luce, una possibilità di ricostruzione, un sorriso di speranza.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, segnato da una nuova e profonda crisi geopolitica che mai avremmo immaginato di rivivere in Europa, sentiamo il bisogno urgente di ripensare al ruolo dell’arte e della musica nel tessuto vivo della comunità come espressione autentica del sentire umano, come spazio di resistenza, consapevolezza, memoria e, soprattutto, di dialogo.
La musica è stata, nel corso della storia, sia strumento di propaganda ma anche voce della resistenza, capace di riflettere i drammi del presente e i sogni di un futuro possibile.”
Ogni concerto dell’edizione “Guerra e Pace” sarà quindi non solo interpretato dal sestetto cameristico d’eccellenza in residenza, ma anche titolato ad una celebre opera d’arte ispirata alla guerra ed ai suoi orrori, ma non per questo meno ricca di vita, di speranze e di un senso profondo di fede per la rinascita futura di un’umanità migliore: dall’apertura il 17 settembre con Addio alle Armi di Hemingway con Schubert, Casella e Mozart; poi il capolavoro di Luigi Comencini Pane, Amore e Fantasia il 18 settembre con Mahler, Stravinsky e Schumann.
E ancora La Fine del Tempo – Doctor Who di BBC per Messiaen il 19, quindi il 21 settembre con il premio Oscar La Vita è Bella di Benigni su impaginato da Shostakovic a Mozart. Un’intera giornata di gioco, swing, danza, workshops e divulgazione invece è prevista per il 20 settembre grazie alla collaborazione con alcune eccellenze del territorio come il Sergio Aloisio Rizzo SwingTet e gli insegnanti e ballerini Alice Forzoni e Lorenzo Banchi.
Infatti grazie al progetto Ritmi di Libertà – Workshop e Spettacolo dalle 11.00 del mattino fino alle 17.15 si potrà giocare e sperimentare sui ritmi Lindy Hop e Swing degli anni '20-'30, quindi alle 21.15 ci sarà il vero e proprio spettacolo.