REDAZIONE AREZZO

Rita Baroud riceve il Premio Tutino Giornalista 2025

Ventuno anni, studentessa di lingue, Baroud ha raccontato la guerra in Palestina con un diario dal campo profughi nella Striscia di Gaza, dove è nata e cresciuta

Rita Baroud

Rita Baroud

Arezzo, 25 agosto 2025 – «Per esprimere gratitudine, per il suo contributo alla verità», l’Archivio dei diari attribuisce a Rita Baroud il Premio Tutino Giornalista 2025 istituito per commemorare la figura del fondatore e offrire un riconoscimento simbolico, oltre che uno spazio di celebrazione, ai nuovi protagonisti del giornalismo che ogni giorno onorano con capacità, coraggio e dedizione, la professione che Saverio Tutino ha più amato.

Il premio sarà consegnato da Gloria Argelés nella mattinata di venerdì 19 settembre al termine dell’incontro con la psichiatra palestinese Samah Jabr e i giornalisti Marianna Bruschi, Giulia Ciancaglini, Fabio Tonacci. Ventuno anni, studentessa di lingue, Baroud ha raccontato la guerra in Palestina con un diario dal campo profughi nella Striscia di Gaza, dove è nata e cresciuta.

Una battaglia pacifica che continua dall’esilio in Europa, essendo una delle ultime persone a essere stata evacuata. «Nel febbraio 2025 Baroud ha rilasciato un’intervista al Coordinamento nazionale comunità accoglienti, nella quale ha spiegato la genesi del suo impegno in termini di necessità.

Dopo il terzo giorno di guerra, mi hanno chiesto dei video da La Repubblica, ma non ero in grado per la situazione che stavo vivendo, non riuscivo a pensare a niente, non ero pronta a parlare di Gaza. Ho avuto bisogno di tempo, anche perché sono stata costretta a spostarmi tante volte.

Poi, quando Sami al-Ajrami (un giornalista palestinese che collabora con Ansa e La Repubblica, ndr) è uscito da Gaza, ho sentito che avevo il dovere di parlare di Gaza, di non interrompere il racconto in diretta. Scrivere mi ha aiutato a esprimere i miei sentimenti, sono contenta di farlo.

È importante per me parlare di Gaza, non è un lavoro, ma un dovere di dire la verità. Non potremmo immaginare una vocazione più alta per iniziare a scrivere un diario e pubblicare un articolo di giornale».