
Via Fiorentina, pozzo senza fine. Il prezzo sale a oltre dieci milioni. Ma tutto salta sul numero legale
Ci sono voluti oltre dieci milioni per recuperare la Fortezza e rimetterla al centro della città. Ce ne vorranno almeno altrettanti per completare l’ultimo grande snodo sulla tangenziale e allentarne la morsa del traffico. Il pozzo senza fine di via Fiorentina continua a ingoiare monete d’oro. Di ieri l’annuncio di una ulteriore variazione di bilancio: robusta. Costerà 2 milioni e 340 mila euro in più. Ma la svolta tra le proteste riscalda il consiglio comunale: e al momento del voto salta il numero legale, neanche la maggioranza riesce a garantirlo. E con via Fiorentina slitta, per ora, tutta la variazione di bilancio.
Nel consiglio a guidare il pressing con le loro interrogazioni sono Alessandro Caneschi del Pd, che ai margini della seduta annuncia una manifestazione di protesta nella strada, ed Egiziano Andreani. Il consigliere, fino a pochi mesi fa della Lega, ora è nel gruppo misto e proprio su via Fiorentina aveva imperniato uno dei motivi della sua uscita di gruppi di maggioranza. Aveva puntato il dito sul sottopasso e sui suoi raggi di curvatura, considerati potenzialmente pericolosi. L’assessore Marco Sacchetti, responsabile degli interventi strategici, aveva risposto che il responsabile unico stava lavorando ad una modifica, in sostanza per ammorbidire quella curva. È la causa della nuova stangata? Non solo, fa capire Sacchetti. "La cosa è più complessa: ci sono vari aspetti che concorrono all’incremento del finanziamento. Sono ripartiti i lavori per arrivare a liberare il sottosuolo da ogni interferenza. La struttura del progetto non è stata cambiata ma migliorata".
Di fatto lo svincolo si candida a opera pubblica più cara della storia aretina. Si compone di due parti. Una grande rotatoria, il cui raggio rispetto ai disegni iniziali era stato allargato verso il campo scuola. E il sottopasso, ribassato rispetto alla tangenziale.
Soluzione studiata per dare accesso diretto in tutte le direzioni e dividere i collegamenti più lenti da quelli più veloci. Il progetto iniziale era stato licenziato dalla giunta nel 2018 e comportava una spesa di 3.350.000 euro. Quella previsione si è più che triplicata. In corso d’opera, prima che il progetto rotolasse dalle parti di Sacchetti, era emersa una sostanziale carenza sulla previsione dei sottoservizi, sui quali ogni intervento di questo tipo vive. Già così il prezzo era andato salendo. Tra gli interventi subentrati quelli legati alle acque: la realizzazione con la tecnologia spingitubo del collettore per le acque meteoriche e quella di un microtunneling per la fognatura delle acque bianche. Una doppia mossa da un milione di euro e che insieme ad altre avevano portato l’investimento a 6 milioni e 332 mila euro. Altri 700 mila euro erano stati richiesti dallo spostamento dei sottoservizi. Ora l’ultima mossa.
Dai banchi dell’opposizione Marco Donati chiede di non votarla. "Le analisi del traffico dimostrano che una rotatoria non avrebbe soddisfatto le esigenze della circolazione. L’appello a non votare la pratica è da ribaltare perché la Corte dei Conti ci chiederebbe conto delle risorse spese per i sottoservizi. Sono tranquillo di votare la pratica in questi termini".
Ma la tranquillità non paga: intanto il numero legale se ne è andato. La notte dell’ultima rotatoria è appena iniziata.
Lucia Bigozzi