Salvatore Mannino
Cronaca

Vergogna E45: asfalto o scarti, gli esperti pensano di bucare, carotaggi in vista

L'inchiesta partirebbe dal tratto crollato a Pieve ma pronta ad allargarsi a tutto il tratto toscano: la commissione tecnica sta cercando le cause dell'improvvisa voragine

La voragine sulla E45

Arezzo, 4 aprile 2018 - La superstrada della vergogna potrebbe essere traforata come se fosse una fetta di groviera. Almeno questa pare l’intenzione della commissione tecnica cui il procuratore capo Roberto Rossi ha affidato l’incarico di capire le condizioni della E45 e in particolare le cause del crollo che il 13 febbraio si è portato via un’intera piazzola di sosta a margine della grande arteria di nome e mulattiera di fatto.

Sì, gli esperti nominati dalla procura stanno seriamente pensando di procedere con una serie di carotaggi dell’asfalto per accertare con quali materiali è stata costruita la massicciata della Orte-Ravenna nel tratto franato e più in generale, se dovessero essercene le condizioni, nel tratto toscano, da Sansepolcro fin quasi al valico di Verghereto. I tecnici non hanno ancora ufficializzato la richiesta dei carotaggi, ma secondo indiscrezioni autorevoli ne hanno già accennato con gli inquirenti, oltre al procuratore Rossi i carabinieri della squadra di Pg di palazzo di giustizia.

Può essere che bastino dei saggi più superficiali dell’asfalto, ma lo scenario principale resta quello di bucare il fondo stradale per estrarne dei campioni da analizzare: solo terra e roccia o un materiale più complesso, che può essere qualificato alla voce rifiuti speciali, come i carabinieri forestali hanno già fatto per i detriti rimossi dalla zona della frana di Pieve Santo Stefano e sequestrati nel sito di stoccaggio a Sansepolcro? E se la seconda ipotesi fosse quella giusta, può avere influito nel cedimento della piazzola o nel creare quel fondo stradale tutto buche, gobbe e avallamenti come una superficie lunare?

I carotaggi, del resto, li hanno già invocati i residenti con due esposti alle procure di Arezzo e di Perugia: anche loro vogliono finalmente chiarezza: perchè la frana che è arrivata a minacciare anche le case sotto la scarpata? C’entra il fatto che la massicciata fosse fatta, secondo la Forestale, di un materiale meno nobile di terra e roccia, infiltrato da fanghi e idrocarburi al punto da diventare un rifiuto?

Per quello il procuratore Rossi aveva già affidato un’altra consulenza, a un ingegnere di Pontedera, Francesco Tolaini. Ma l’avvocato Roberto Alboni, che difende il titolare della ditta di Città di Castello cui l’Anas aveva affidato la rimozione dei rifiuti e che adesso è indagato per violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti, ha fatto richiesta di incidente probatorio al Gip. Significa che i controlli si faranno lo stesso, ma con la partecipazione di esperti di fiducia della difesa e che avranno dunque il valore di prova.

A questo punto toccherà al giudice delle indagini preliminari nominare un proprio consulente, trasformando in automatico il tecnico della procura in perito di parte. Potrebbero essere riformulati anche i quesiti proposti da Rossi, che davano per assodato la natura di rifiuto speciale dei detriti. La ditta invece sostiene che si trattava di terra e roccia, come ha già spiegato anche l’Anas in una sua nota ufficiale.

Posizione scontata, perchè altrimenti l’azienda avrebbe dovuto far analizzare i campioni. L’ultima battaglia sulla E45 dunque se la giocheranno i tecnici, a suon di perizie. E lì si vedrà se la superstrada è solo una vergogna o, peggio, un altro scandalo all’italiana.