Vaccini e rabbia: ai camper gli "irriducibili"

Molti si presentano per non perdere il lavoro ma in malo modo. Cinquantenne supera la paura dell’ago. Outlet: tandem con lo shopping

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di Alberto Pierini

"Fatemi questa iniezione e non mi dite niente": si è presentato così un signore al camper della vaccinazione in piazza Grande. In un mattonato inondato dal sole e in un clima di festa parente stretto più dell’estate che di questo timido inizio di autunno. Mattonato della salute: tutte le associazioni in campo, i manichini sul sacco a pelo per le esercitazione di rianimazione, le uniformi ben stirate dei volontari per un giorno ad un evento quasi di gala. Nell’angolo a ridosso della scalinata di Fraternita il camper, messo a disposizione dalla Misericordia. A fine giornata saranno 28 quelli che hanno accettato di vaccinarsi.

Di questi ben 25 prime dosi, segno che si trattava di chi finora o non ne aveva voluto sapere o aveva avuto altro da fare. Compresi gli "irriducibili". "Diversi si sono presentati quasi in malo modo, come se facessero un favore a noi". Ma in realtà lo facevano a se stessi. Non solo per la protezione sanitaria, che comunque uno è libero di adottare oppure no, ma soprattutto per il lavoro. Perché una fetta di quanti hanno accolto questa possibilità aveva nel "coperchio" una data di scadenza: 15 ottobre 2021.

E’ il giorno dal quale lavorerà solo chi ha il Green pass: e come è successo con le prenotazioni, questo sta spingendo una parte dei più refrattari a farsi sotto. E’ una delle linee comuni che i responsabili o i protagonisti dell’operazione hanno colto nella giornata di partenza della vaccinazione nelle zone commerciali. Vaccino e shopping, l’ennesimo tandem di una stagione che ne ha già ospitati parecchi.

Stavolta in piazza Grande e davanti all’Outlet Valdichiana: chiude la giornata con 30 somministrazioni. Poche se pensi ai quindicimila clienti sparsi nel villaggio delle griffes e ai tanti operatori, non male se pensi a questa fase in salita della campagna. Che però qualche soddisfazione la riserva.

"Un giovane e un signore di mezza età erano visibilmente tra quanti non volevano vaccinarsi. Si sono convinti dopo aver parlato con noi" racconta una volontaria, perfino emozionata. "Sono le cose che valgono una giornata di lavoro": pesante, perché stare ore e ore sotto il sole ad aspettare chi arriva non è un boccone da ghiotti.

"Uno ha confessato di avere una grande paura dell’ago, ha fatto un giro e poi si è convinto. L’altro un giovane, dopo una chiacchierata se ne è andato con il cane a guinzaglio e alla fine è tornato". Storie di vaccinazione. Tra le quali si inseriscono anche le resistenze di diversi ultra fragili: sono i primi destinatari della fatidica terza dose, quella che prima o poi ci toccherà a tutti per prorogare gli effetti delle prime due. La Asl chiama, loro rispondono: ma non sempre dicono di sì, anzi.

Ed è un altro di quei tasselli che fatica ad andare al suo posto. I numeri vanno bene, la media di protezione è salita: ma restano margini di rischio non da poco, appesi a quanti non hanno ancora ricevuto neanche una dose. E sono nella fascia d’età a rischio quella che va dai 50 alla soglia dei 60. In questo momento l risposta è quella dei camper, effettiva ma forse soprattutto simbolica. E che domani taglierà un altro traguardo: quello delle grandi fabbriche. Un’attesa iniziata da tempo ma che viene al sodo questa settimana. Si parte con la UnoAerre, presenti i vertici dell’azienda e quelli di Confindustria Toscana Sud. Poi Prada, Baraclit e Menci.

"Posso vaccinarmi anch’io?": una ragazzina si fa sotto, tra la tenda protettiva e il camper fatidico. Ha con sè i genitori e l’età è quella giusta, oltre i 12 anni che sono per ora il crinale tra chi può e chi non può.

A differenza di tanti altri non ha dubbi e si siede tranquilla sulla sedia di attesa, riservata a chi ha appena completato la vaccinazione e resta un quarto d’ora n osservazione. "Mi spiegate perché dovrei vaccinarmi?" riparte un altro, che certo è poco convinto ma cerca il confronto, non ha chiuso tutte le porte. Manna per i volontari, perfino più di quelli che puntano il braccio senza dire una parola. E una con il sorriso gli risponde quasi affettuosa: tenendo ben aperta la porta del camper alle spalle.