"Una sfida oltre la guerra e i prezzi" Ieg e il ruolo strategico della città

"E’ una delle due gambe fondamentali, per questo abbiamo voluto assumere la regia degli eventi". L’ad Peraboni esalta il rilancio malgrado il momento. "Non ci siamo mai fermati, ne cogliamo i frutti"

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"Appena siamo riusciti a ’togliere il tappo’ siamo ripartiti alla grande. Proprio perché non ci siamo mai fermati durante i due anni più difficili del Covid favorendo comunque incontri e contatti". Corrado Peraboni è l’amministratore delegato di Italian Exhibition Group che fino a oggi, con OroArezzo alla sua 41esima edizione, tornata finalmente in presenza, ’battezza’ la città toscana capitale dell’oro e punta a far incontrare domanda e offerta nell’anno della ripartenza.

Quanto è importante per voi di Ieg questo Distretto orafo, la vostra presenza non è un caso...

"E’ fondamentale. E questa considerazione sta alla base della decisione, qualche anno fa, di assumere la regia del settore orafo a livello nazionale da parte di Ieg: OroArezzo è una delle due gambe fondamentali del nostro essere organizzatori in Italia".

E’ l’anno della ripresa, ma forse non ancora quello dei numeri...

"Stiamo raccogliendo il grande sforzo fatto durante i due anni di pandemia quando non ci siamo fermati ma abbiamo continuato a dare alle aziende momenti e possibilità di incontri, di business, portandole a fare le fiere dove si poteva, e organizzando eventi anche su Arezzo. Probabilmente questa presenza continua ha permesso, appena si è potuto di ripartire".

Dopo la pandemia è arrivata la guerra, l’attuale situazione geopolitica può pregiudicare la ripartenza?

"Il conflitto è un fattore che non incide tanto direttamente su quello orafo-gioielliero perché le esportazioni verso i paesi coinvolti, in particolare la Russia, rappresentano poco più dell’1 per cento".

Ma resta l’incertezza...

"E, oltre l’incertezza l’impatto sulle materie prime con conseguenza di crescita dei costi e l’aumento del costo del denaro. Noi siamo uno dei settori non direttamente coinvolti ma, ovviamente, potremmo avere delle conseguenze indirette".

L’oro è anche bene rifugio nei momenti di difficoltà internazionale. C’è un mercato che risponde anche a questa esigenza di mettersi al riparo?

"Sì, è confermato da quello che è successo durante la pandemia dove, forse perché si spendeva meno in altri settori, forse perché c’era bisogno di un’autogratificazione che magari non si poteva soddisfare con un viaggio, ma sia l’oro come materia prima che il prodotto finito hanno confermato di essere un prodotto rifugio".

Eri.P.