Un giovane tornato dalle Canarie ricoverato col vaiolo delle scimmie

Il trentaduenne in vacanza fino al 17, poi la visita a Malattie infettive ad Arezzo e il tampone positivo. Due contatti stretti in sorveglianza: il medico curante e un amico. Il dg D’Urso: "Un caso isolato"

Migration

di Erika Pontini

E’ rientrato da un viaggio in solitaria alle Canarie martedì scorso già con i primi sintomi di quello che si è poi scoperto essere il vaiolo delle scimmie. Ora un trentaduenne aretino con disabilità, è ricoverato nel Reparto di malattie infettive del San Donato in buone condizioni, se non le lesioni tipiche della malattia. Due i contatti stretti in sorveglianza: il medico curante che ha inviato il giovane in ospedale per una diagnosi accurata in seguito alla comparsa delle pustole (simili a quelle della varicella) e l’amico con il quale proprio la sera prima del ricovero aveva preso un aperitivo in un locale della città.

Quest’ultimo, 51enne, già sottoposto alla vaccinazione del vaiolo, all’epoca in cui era ancora obbligatoria, non presenta sintomi come d’altronde il sanitario: secondo gli esperti infatti il vaccino coprirebbe per l’85% anche forme atipiche come questa proveniente dagli animali. Al momento invece nè i camerieri del locale che sembra indossassero la mascherina, nè i passeggeri del volo di rientro dall’isola spagnola, atterrato a Fiumicino rientrerebbero nel tracciamento anche perché proprio i dispositivi di protezione anti Covid evitano anche dalla trasmissione di eventuali goccioline e il contagio non è così diffuso, come invece accaduto con il Coronavirus.

La scoperta del primo caso in Toscana, dopo quelli già trattati dallo Spallanzani di Roma, è avvenuta domenica pomeriggio quando dalla struttura sanitaria laziale, hub di riferimento per le malattie infettive, sono arrivate le risposte dei tamponi ai quali era stato sottoposto l’aretino. Il virus è stato riscontrato anche nelle viee aeree. Il 32enne che vive solo si era rivolto al medico curante già il 18, poco dopo essere sbarcato dal volo di rientro dalle Canarie dove aveva soggiornato dal 5 al 17 maggio per una vacanza.

Solo il 20 però è andato in ospedale dove lo staff del primario Danilo Tacconi si è insospettito per il quadro clinico e la provenienza, le Canarie appunto. L’uomo è stato subito ricoverato in isolamento e attivito il Dipartimento di Igiene pubblica che ha avvisato medico curante e amico e sottoposto quest’ultimo a sorveglianza attiva per 21 giorni dal contatto, il tempo stimato di incubazione della malattia.

Le autorità sanitarie dell’Asl Toscana Sud Est ricordano che, oltre alle lesioni cutanee, i segni tipici del vaiolo delle scimmie sono febbre e ingrossamento dei linfonodi. Le complicanze gravi sono rare, la gran parte dei pazienti guarisce. Ma sembra che ad avere maggiore protezione siano appunto i vaccinati contro il vaiolo umano, la malattia eradicata da 45 anni (l’ultimo caso al mondo è del 1977), per la quale in Italia si è smesso di immunizzare i bambini dall’inizio degli anni ‘70.

Il reparto di Malattie infettive del San Donato è "attrezzato sia per la professionalità del personale sia per la logistica, per gestire casi come questo" specifica la dirigente dell’ospedale Barbara Innocenti.

"E’ un caso isolato al momento, individuato grazie alla collaborazione tra Asl Tse toscana e Istituto Spallanzani" ha chiarito il direttore generale Antonio D’Urso che ha tranquillizzato sul fenomeno. "Si tratta al momento – ha aggiunto – di un caso isolato che stiamo monitorando, come i contatti che sono comunque labili. Sono in contatto sia con la presidenza della regione toscana che con l’assessore alla sanità Bezzini e la direzione sanitaria per gli eventuali sviluppi della vicenda".