Torna a casa e stringe la figlia dopo due anni

Cristina si riaffaccia nel suo mondo, le mettono in collo la bimba nata nel 2020: dal coma alla rinascita. L’emozione del babbo

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di Lucia Bigozzi

Si sono toccate e il tempo si è fermato. Cristina ha spalancato il suo sorriso quando Gabriele le ha messo in braccio la piccola Caterina e la bimba si è abbandonata al calore della madre.

Pochi minuti che cancellano tutto il dolore, è come se mamma e figlia fossero rinate. Si sono riconosciute e incontrate per la prima volta dopo due anni da quel 23 luglio 2020 quando Cristina Rosi, 39 anni, al settimo mese di gravidanza subì un arresto cardiaco con gravi lesioni neurologiche a lei e alla piccola, nata con il cesareo.

Palloncini colorati al cancello della villetta a schiera sulla collina di Alberoro e cartelli con "Bentornata Cristina!": segni dell’attesa, lunga e preoccupata nei mesi del coma della mamma e degli alti e bassi di Caterina, le corse in ospedale tra San Donato, Meyer e Bambin Gesù. Ma anche i simboli della speranza che si rinnova, tra le campane che ieri hanno suonato a festa anche per lei e gli applausi delle persone vicine alla famiglia, sui volti delle amiche di Cristina, nella commozione del marito, Gabriele Succi, e nella forza di mamma Mirella che bacia la figlia: "Te l’avevo promesso, ti ho riportato a casa". Nel giardino gli amici di sempre hanno voluto esserci, come in tutto questo tempo. "Senza di loro e il sostegno di tante persone, Cristina non sarebbe qui" dice Gabriele, 43 anni, il volto provato da due anni di angoscia. Cristina è accolta e seguita all’istituto di Agazzi e da ieri ha iniziato un graduale reinserimento nel contesto familiare, in vista del rientro definitivo.

"Passo dopo passo, faremo sempre il meglio per loro. Mia moglie clinicamente sta bene ma ha problemi neurologici e così mia figlia. Se penso a due anni fa, non mi pare vero che Cristina sia tornata a casa, anche se per poche ore, incontrando la figlia che non ha mai conosciuto. Non è facile organizzare il futuro, ma ce la faremo".

Le amiche di Cristina sono qui: in questi due anni le hanno fatto sentire l’affetto con videochiamate, foto, messaggi vocali. Raffaella, Sara, Elisa, Francesca, Lucia, Elena, Ilaria sorridono e piangono. Raffaella ricorda "il turno delle 6 in azienda: ci salutavamo con un buongiorno con la o prolungata". Ripete quel saluto in codice, Cristina lo riconosce. Accade così anche con Elisa, l’amica d’infanzia: "E’ una ragazza dal cuore d’oro, pronta ad aiutare chi ha bisogno. Ci siamo sposate a tre mesi di distanza, abbiamo preparato insieme i nostri matrimoni, è come se ci fossimo sposate due volte". Il giorno in cui il cuore di Cristina Rosi si è fermato, Sara c’era: "Al mattino siamo andate a Firenze per il tracciato e la visita cardiologica. Un viaggio bellissimo, eravamo entusiaste, tra risate e sacchetti di patatine. La visita è andata bene e al casello Cristina ha telefonato alla madre per dirle di buttare gli spaghetti.

Abbiamo pranzato insieme e sono rimasta con lei fino alle 16. Un’ora dopo, mi hanno chiamato …". La voce si spezza in gola. Ilaria ricorda la sintonia nata per "la profonda amicizia dei nostri padri. Siamo entrambe figlie uniche, la considero una sorella minore". Arriva Giovacchino con la divisa da biker e il "vocione": "Cri, è pronto il pranzo?", scherza. Lei sorride e quella luce negli occhi si fa più intensa.