Tex, una firma aretina per il ranger più amato

Carlo Monni, avvocato e appassionato dei fumetti, autore del soggetto in uscita oggi: recupera dopo 40 anni la prima fidanzata di Kit Willer

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di Alberto Pierini

"Bistecca e patatine fritte per tutti": Tex nei saloon irrompeva pistola in pugno o con il piglio di chi si frugava in tasca e offriva a tutti i presenti. Eterno quarantenne, con il cappello tipo Stetson calcato fino agli occhi, fazzoletto al collo e la stella da ranger in buona evidenza. Il ranger numero 3, ormai per antonomasia: immutabile nel tempo, pochi ritocchi a parte, dagli anni ’40 ai giorni nostri. E da oggi appeso ad una firma aretina a sorpresa. Dalla matita vincente di Fabio Civitelli, maestro nel tratteggiarne il volto e le storie, alla penna da autore di Carlo Monni.

63 anni, di mestiere avvocato, di passione innamorato dell’epopea americana e dei fumetti. Chiunque frequenti i banchi dei collezionisti lo trova lì, appeso ad una "striscia" a colori o ad un albo raro. Stavolta salta la barricata ed entra tra gli autori della serie pubblicata da Sergio Bonelli Editore, traghettatore tra due secoli e tra generazioni diverse. "Ho portato un amico a Milano, voleva conoscere Alfredo Castelli: fuori c’era Mauro Boselli, supervisore delle storie. Aveva un’idea sulla quale da anni aspettava lo spunto giusto". Dopo una settimana era sul tavolo, firmata da Monni. Il primo aretino a firmare il soggetto di una storia.

E ora esce in due puntate, gli albi di giugno e luglio . Titolo? "Una colt per Manuela Montoya". Lei, la prima fidanzatina dell’allora, e tuttora, giovanissimo Kit Willer, il figlio di Tex. Un amore sbocciato nel 1978 e rimasto lì, inesplorato: la figlia di un ricco proprietario messicano, Kit la salva come è abitudine d famiglia, la "sbandata" è comune. Ma il padre di Manuela blocca tutto: forse perché il potenziale fidanzatino aveva sangue indiano, essendo figlio di Lilith, l’unica donna che Tex abbia mai amato. Che ne sarà di Manuela? Bocche cucite comprese quelle dell’autore. "Ho realizzato il soggetto, poi sceneggiato dallo stesso Boselli: i disegnatori sono al lavoro da oltre un anno".

Per un fumetto la fase decisiva. La copertina è lì, il volto femminile in alto, le camicie gialle di ordinanza di Kit e del padre in prima fila. "A disegnarlo è stato Mauro Laurenzi da Narni".

Un modo come un altro per unire le due terre dell’autore: nato a Perugia ma qui ad Arezzo da quando aveva 10 anni. Gli anni del liceo classico, in cartella più fumetti che libri di testo, la carriera legale partita nel 1988. Nel suo piccolo una sorta di Wikipedia umana, difficile trovarlo impreparato sui presidenti americani o sulle vicende a stelle e strisce: ancora meno sui fumetti. "Non sto nella pelle, è un’emozione che lega la persona che sono oggi a quando ero bambino". In piccolo come per i lettori di Tex. Ma qual è il segreto che ne fa resistere la popolarità da un secolo all’altro?

"Credo che nei lettori prevalga il fascino di qualcosa che non cambia nel tempo. E l’identificazione in chi difende i deboli di qualunque razza, senza paura e senza badare al politically correct". Una mira implacabile con la Colt 45, un cavallerizzo cresciuto ai segreti degli indiani Navajo. La tribù di Lilith, l’unica donna della sua vita. Manuela avrebbe potuto esserlo per il figlio: e chissà che Carlo non le dia una seconda occasione.