GAIA PAPI
Cronaca

Salvati dal defibrillatore. "Giocavo poi il buio totale", le storie di chi ce l’ha fatta

Premiate cinque persone che hanno dato aiuto a coloro che stavano male. L’uso appropriato della strumentazione e il percorso per tornare a vivere

Premiati cinque persone che hanno dato aiuto a coloro che stavano male

Premiati cinque persone che hanno dato aiuto a coloro che stavano male

Arezzo, 1 marzo 2024 – «Quella sera stavo giocando a Padel allo Sporting Club Bellosguardo di Cavriglia con degli amici. Stavo bene, scherzavo. Poi mi sono spento. Ad un tratto il buio. I miei ricordi ricominciano su quel campo, ma con i primi soccorsi su di me". In quei minuti di buio sono entrati in azione tre angeli, Elena Parigini, Marco Carnicci, Monia Sgaravizzi, i tre amici di Lorenzo Giorgi, 45 anni, grazie ai quali oggi, può raccontare la sua storia. Loro sono tre, delle cinque persone, premiate ieri, nella sala dei Grandi del Palazzo della Provincia per essersi distinte nell’uso del defibrillatore e aver salvato la vita ad altrettante persone, in occasione dell’evento "La vita: una seconda possibilità", promosso dall’Asl e ufficio scolastico provinciale, con il patrocinio della Provincia. Era il 22 novembre 2023.

"Lorenzo in un attimo è caduto a terra. Non credevo fosse in arresto cardiaco, credevo si trattasse di una crisi epilettica" racconta una delle soccorritrici. "Ho chiamato subito il 118, poi mi hanno portato il defibrillatore e, guidati dalla centrale, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, è iniziata la corsa verso la vita" continua. "Tutti, o al lavoro o privatamente avevamo fatto dei corsi. E’ stata dura mantenete la lucidità. Ci sono riuscita solo razionalizzando che dovevamo fare il possibile per lui; ci sono stati degli attimi in cui ho rischiato di cedere all’impotenza e alla rassegnazione".

Un altro defibrillatore e un’altra vita salvata. Questa volta siamo al liceo artistico in via XXV aprile ad Arezzo. Era l’11 dicembre 2023 quando alla sala operativa arriva una chiamata. C’è un uomo in arresto cardiaco. Jessica Gepponi, infermiera dell’istituto, formata, inizia a fare le manovre con il Dae. Grazie al suo intervento ha salvato la vita a Paolo Scarpini. Siamo sempre a dicembre, ma questa volta a San Giovanni, in piazza Matteotti. Un uomo cade a terra in arresto cardiaco. Stefania Lachi comincia a praticare il massaggio, poi si fa portare il defibrillatore. Sa che lì vicino, alle Acciaierie Beltrame, ce n’è uno. Inizia le manovre, riesce a salvare Gioacchino Mocerino, che però morirà qualche giorno dopo per complicazioni. "Sono stati momenti difficili, ricorda Stefania con la voce tremante. Un conto è quando fai il corso. Ma ad un certo punto dalla centrale operativa con cui ero in contatto mi sono sentita dire: ho bisogno di te".

Storie e premiazioni, ma anche un focus sul sistema di Emergenza-Urgenza dell’area provinciale Aretina e sulla nascita, nel 2010, del "Progetto Arezzo Cuore", affiancato dal 2014 dal progetto "Arezzo Cuore scuola", con lo scopo di ridurre la mortalità extraospedaliera. Da dieci anni il progetto viene portato avanti nelle scuole aretine, medie e superiori, e da quest’anno anche alle elementari. "Questo è un progetto importante che permette di salvare la vita a chi è colpito da arresto cardiaco – dichiara il direttore generale Asl Antonio D’Urso – Un progetto che quest’anno, per la prima volta, coinvolge anche i bambini delle scuole elementari".